Islam e Cristianità: culture cavalleresche a confronto
Medioevo Latino, 01-01-2007, ––
L’A. propone l’analisi degli elementi di reciproca permeabilità tra le culture cavalleresche cristiana e musulmana. In ambito islamico, già prima della definizione occidentale dell’élite cavalleresca, i guerrieri a cavallo erano consapevoli di appartenere ad un gruppo definito accomunato da precipui lavori. Già durante la prima crociata si sviluppano numerosi episodi che producono reciproca ammirazione per il coraggio e l’astuzia militare dimostrata dall’avversario; la lista delle fonti occidentali risulta, in questo senso, particolarmente nutrita e tra questi si ricordano Guilberto di Nogent, Roberto Monaco, Baldrico di Dol, Alberto di Aquisgrana, Burcardo di Mo
nte Sion, Guglielmo di Tiro, Matteo Paris. Anche nell’ambito dell’epica cavalleresca francese, di solito propensa a identificare il nemico con le stesse forze del male, non mancano elogi all’altrui onore e alle virtù condivisibili tra cavalieri; vengono analizzati molti esempi concreti che denunciano l’assenza di pregiudizi, escludendo ovviamente l’ambito religioso, mentre vengono condivisi determinati giudizi sulle modalità del combattimento, con la comune avversione verso armi disonorevoli come la balestra, comunque utilizzata da entrambe le compagini, e un malcelato disprezzo di fondo nei confronti dei combattenti a piedi. L’A. delinea poi i caratteri sostanziali di quelle
istituzioni islamiche che più possono essere avvicinate al concetto di cavalleria occidentale, cioè la "futuwwah" e la "furusiyya", indagate anche nelle loro rappresentazioni rituali. Tra le conclusioni si rimarca il fatto che i due universi cavallereschi si incontrarono quando già avevano  sviluppato autonomamente le loro mentalità, ma furono comunque evidenti le influenze crociate, dettate da curiosità culturale, interesse e condivisione dei valori, cura dell’etica militare, con la militia cristiana che mantenne un carattere più marcatamente elitario mentre quella islamica vagheggiò a lungo la possibilità di costituire un ordo compatto.