Restituito alla memoria
Toscana Qui, 01-11-2007, Maria Novella Batini
Maria Sframeli, direttore del settore documentazione nel Polo Museale Fiorentino, ha pubblicato 300 immagini del del centro storico di Firenze prima delle demolizioni ottocentesche. Un patrimonio di conoscenza che si credeva perdutoSono trecento lastre, una documentazione preziosa che si credeva ormai perduta e che documenta - con scatti eseguiti tra l’agosto 1892 e il dicembre 1895 - quella parte del centro storico di Firenze di Origine medievale, che fu oggetto delle demolizioni fissate dal piano di “risanamento della città”, seguito alla decisione di trasferire a Roma la capitale del nuovo Stato italiano. Un risanamento deciso nel 1888, che fu in realtà anche un tentativo di superare la crisi economica seguita a tale perdita di ruolo per la città, e un atto di speculazione: ma soprattutto una gravissima perdita per il patrimonio storico cittadino, che vide distrutta un’intera area della città, della quale sopravvivono cimeli al Museo Storico Topografico di “Firenze com
’era”, colonne, decorazioni architettoniche, rilievi e poco altro... E mentre è in corso presso la sede di via Bufalini di Banca CR Firenze la mostra di 120 vedute di Fabio Borbottoni, che vollero dare testimonianza proprio della Firenze distrutta in quegli anni dell’Ottocento, ecco che Maria Sframeli - direttore del Settore documentazione della Soprintendenza al Polo Museale Fiorentino - pubblica per le Edizioni Polistampa queste trecento immagini di grande suggestione e valore storico, che documentano la città di Giotto e di Dante e che provengono dal Gabinetto Fotografico della Soprintendenza, nei cui archivi sono state appunto rinvenute. “Firenze 1892-1895: immagini dell’antico centro scomparso” è il titolo del volume che riproduce tali lastre, per lo più inedite, in un grande formato che permette di gustare particolari anche curiosi, inquadrature da maestro, particolari architettonici e scultorei che man mano che la distruzione procedeva vennero trafugati, fini
rono sul mercato antiquario e in qualche caso furono pietosamente salvati e conservati nelle raccolte pubbliche. Non mancarono anche allora violente reazioni a tale scempio, anche a livello europeo, perché sembrava incredibile, ieri come oggi, che si potesse cancellare con un colpo di spugna un passato così nobile, le piazze e le strade dove avevano passeggiato i più grandi artisti e letterati della storia cittadina. Giudizi così duri da costringere la Giunta Comunale ad istituire nel marzo del 1888 un’apposita Commissione storico archeologica che aveva il compito di documentare quanto si stava per perdere, almeno i monumenti e i particolari di rilievo artistico, che infatti figurano nelle lastre ritrovate.
«Un bombardamento senza bombe», ha definito quelle demolizioni la soprintendente Cristina Acidini nella presentazione del libro, condannando senza appello quell’operazione urbanistica drastica che ci ha fatto ereditare «un cuore freddo della città».