Così riappare in foto la città cancellata a fine ’800
La Repubblica, 05-09-2007, Mara Amorevoli
Firenze com’era prima del “risanamento”Foto agghiaccianti e impietose. Che sollevano ancora oggi sdegno e ira. Documentano in modo nitido e gelido la distruzione del cuore della Firenze medievale voluta da piano di risanamento approvato dal Comune l’8 marzo 1888 per ragioni di decoro urbano e igiene sociale. Palazzi del ’300 e del ’400 sgretolati, capitelli abbattuti, tabernacoli divelti, stemmi che passano di mano in mano «per finire tra mani rapaci di mercanti antiquari o nel lapidario pubblico creato dal Museo di San Marco». Come in un film Luce, 325 foto in bianco e nero raccontano un «bombardamento senza bombe» commenta il soprintendente Cristina Acidini, «quella scellerata operazione di risanamento che fece sparire piazze e strade percorse da Brunello Latini e da Paolo Uccello, le botteghe frequentate da Brunelleschi e le case abitate dalle famiglie che avevano fatto grande Firenze» aggiunge l’ex soprintendente Antonio Paolucci. Una condanna corale ancora oggi, una ferita che si apre con l’inedito reportage di scatti per la prima volta pubblicati nel volume di Maria Sframeli «Firenze 1892-1895: immagini dell’antico centro scomparso».
Già nell’89 Sframeli, direttore del settore documentazione del polo museale fiorentino, aveva pubblicato un volume dedicato a «I
l centro di Firenze restituito» con la documentazione dei reperti - colonne, lapidi, pezzi di affreschi - salvati dalle demolizioni. «Mi ero però ripromessa di studiare meglio le lastre esistenti nel Gabinetto fotografico della soprintendenza, per pubblicare le foto che la Commissione storico-artistica comunale aveva scattato per registrare gelidamente gli abbattimenti. Foto nitide e chiare che ho organizzato per strada, luogo, punto di vista dell’inquadratura e che raccontano per la prima volta l’esistenza di edifici inimmaginabili, scomparsi e demoliti senza pietà». Alcune foto si conoscevano attraverso vecchie stampe, soprattutto quelle relative alla demolizione del ghetto di piazza della Repubblica. Ma c’è da perdersi nel fitto dedalo di vie, piazzette e loggiati ripercorsi guardando le immagini, seguendo la pianta allegata al volume che ricostruisce la Firenze di palazzi quattrocenteschi, antiche chiese, tabernacoli che vanno da via Calzaiuoli, a Porta Rossa, da Piazza Strozzi a via Cerretani, al Battistero. È una memoria sconosciuta che ridisegna il centro della città, fa riaffiorare facciate come volti mai visti. «Sono inedite le foto di via degli Anselmi, che era vicino al cinema Odeon - spiega Sframeli - Un palazzo del ’400 con colonne e capitelli di cui si ignorava l’es
istenza. C’è poi la foto dell’Arte dei Linaioli con un tabernacolo di Beato Angelico, ora conservato a San Marco. Attraverso questa documentazione si ricostruisce l’aspetto di certe zone che non si conoscevano. Come la parte dell’Arcivescovado, con una torre del ’200 addossata quasi al Battistero, che vollero abbattere per allargare la piazza». Come un mosaico, si ricompone l’antico centro ottocentesco. E si rinnova il clamore e le sollevazioni di intellettuali e della stampa europea che tuttavia non fermarono l’“ammodernamento”. Solo il 23 marzo del 1888 la giunta comunale nominò una commissione con l’incarico di documentare «le cose di qualche importanza» per tramandarne almeno la memoria fotografica.
«Sparirono le chiese del centro che sorgevano su fondamenta romane, l’antico foro romano, un posto di tale eccellenza che non andava toccato, case e palazzi visibili, che sembra impossibile siano stati buttati giù - prosegue la studiosa, raccomandando il volume ai fiorentini, oltre che a studiosi di urbanistica e architetti -. Quanti sanno che in piazza della Repubblica c’erano 4 chiese: Santa Maria in Campidoglio, San Tommaso che era la chiesa dei Medici, Sant’Andrea, una delle più antiche e poi San Pier Buonconsiglio sull’angolo dell’odierna via Strozzi?».