Cesare Dei
Saimicadove.it, 10-06-2007, ––
Dalla pittura alla grafica, dalla scultura alla ceramica, alla letteratura per ragazzi, Cesare Dei ha percorso tutto il novecento misurandosi con diverse espressioni artistiche e con molteplici tecniche. Dal 7 al 28 giugno 2007, alla Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, via Ricasoli 68, Firenze, è allestita la mostra “Cesare Dei (1914-2000) Attraverso il Novecento”, un’antologica che ne ripercorre le tappe. La mostra segue la maturazione e l’evoluzione dell’artista nel tentativo di ricostruire il suo complesso percorso a partire dai primi disegni degli anni trenta e prosegue con le opere a olio degli anni quaranta e cinquanta, paesaggi che rivelano la lezione di Soffici, ritratti, squarci di esterni di nitida purezza tutta fiorentina. Si passa poi alle tempere informali e geometriche degli anni sessanta, fino alla pittura neo-metafisica dell’ultimo periodo, sospesa fra ironia divertita e astratta crudeltà. Un’ampia sezione d
i grafica (disegni, chine, guazzi) traccia una strada parallela ma non certo minore che anzi completa la sua storia artistica. Può apparire difficile unificare in un filo conduttore i diversi modi in cui si manifesta l’iter pittorico di Cesare Dei, ma forse, come osservava Lara Vinca Masini, il denominatore comune è da ricercarsi fuori dalla sua opera, nel suo vivere quotidiano, nella sua città. Pur nel suo metodo sistematico e rigoroso Dei ha sempre rifiutato l’idea di riconoscersi in un’unica sigla, di restringersi in confini rigidi, e già dai primissimi lavori di grafica la sua poetica appare chiara ma non trasparente, lucida ma non razionalistica. “Il quadrilatero come ideogramma della costrizione” o “La curva della parabola come evasione dall’isolamento del cerchio”, annotava l’artista in una serie di aforismi/promemoria, quasi a fissare un difficile equilibrio fra disciplina e invenzione, perfezionismo e necessità di fuga. È da ques
ta ottica che nasce il suo sopramondo estetico, surreale più che surrealista. Così nascono le sue forme, reali e contraffatte, astratte e verosimili. Immagini e ideogrammi in cui ognuno si può riconoscere. Un repertorio dove tutti gli oggetti e le storie sono presenti, ma ammiccati, travestiti e interpretati. La sua arte va letta con la disposizione al libero esercizio dell’intelligenza, alla diversità, al divertimento. Un invito a non essere succubi delle proprie regole, ad osservare, riconoscere, a creare immaginando. Cesare Dei ha esposto dal 1955 al 1999 in quattordici mostre personali (alle gallerie “numero” di Firenze, Roma e Milano, alla galleria del Cavallino a Venezia, alla stessa Accademia delle Arti del Disegno fiorentina nel 1971) e in numerose collettive. In occasione della mostra viene presentato un volume edito da Polistampa che comprende la riproduzione di più di cento opere e due nuovi saggi critici di Francesco Gurrieri e Giuseppe Nicoletti.