La vertigine del successo
La Repubblica.it, 22-05-2007, Goffredo Silvestri
Vertigo, la mostra allestita per la presentazione del Mambo, il nuovo museo d’arte moderna di Bologna registra un successo superiore ad ogni attesa: la media è di quasi 800 visitatori al giorno La televisione in Italia (Rai, Mediaset, la 7), nei primi quattro mesi del 2007 ha perso un milione 93 mila spettatori rispetto allo stesso periodo del 2006. Le principali mostre d’arte al contrario continuano ad attirare visitatori. Fra i due fenomeni non c’è alcun collegamento anche se gli organizzatori delle mostre hanno imparato ad inserire orari fino alle 20-22 nei"fine settimana". Nella stagione 2006 dopo aver recuperato due milioni e 354 mila visitatori (totale 7.090.000), nel 2007 le mostre di cartello continuano, fra aprile e maggio, a migliorare o a mantenere alta la media visitatori che è il parametro più significativo della "produttività" di una mostra. E, novità, anche una mostra di arte contemporanea, "Vertigo", esordisce a Bologna con una media del tutto inusuale, quasi una scossa per questo settore, in pieno accordo con il nuovo MAMbo che la ospita, il Museo di arte moderna di Bologna. Fra le mostre arrivate a conclusione spicca il risultato a Ferrara, Palazzo dei Diamanti, di "Il Simbolismo. Da Moreau a Gaguin a Klimt" che si conferma come una delle più belle sorprese della stagione: la media finale di 1.745 rappresenta un miglioramento del 36,3 per cento rispetto alla media iniziale, con l’ottimo totale di 160.529 visitatori. Premio ad una mostra perfettamente su misura della nostra epoca che fugge la realtà nell’occultismo, esoterismo, astrologia, magia, nelle religioni orientali, con quel che di peggio ne segue. Premio alla programmazione scientifica di "Ferrara Arte" diretta da Andrea Buzzoni. Si sono distinti anche i due "K" a Milano. Klee ("Paul Klee. Teatro magico" alla Fondazione Antonio Mazzotta), ha mantenuto fino alla fine una media vicina a 500 (491) e 44.720 visitatori. Kandinsky ("Kandinsky e l’astrattismo in Italia 1930-1950" a Palazzo Reale), aperta fino al 24 giugno, mantiene una media oltre 1.200 (1.259) , con totale di assoluto valore, 74.339 visitatori. Il partito trasversale delle macchine, nel senso di vetture, ha portato al successo al Mart di Rovereto "Mitomacchina", storia, tecnologia e futuro del design dell’automobile, trasformazioni e ruolo da protagonista nella società moderna: in 138 giorni una media di 915 e un totale di 126.227 visitatori. A Venezia, alla Guggenheim Collection, l’espressionismo astratto di Richard Pousette-Dart ha chiuso con una media in crescita di 1.295 e un totale di visitatori superiore a 100 mila (101.033) grazie al biglietto unico con la "Collection" che non fa distinzione fra i visitatori. La chiusura della mostra è stata anticipata dal 20 al 17 maggio per la "complessità" dell’allestimento della mostra successiva, "All in the present must be transformed: Matthew Barney and Joseph Beuys". Così in in Italia è stato inaugurato un nuovo tipo di mostra, quella che anticipa la chiusura (e non per mancanza di visitatori). Già "Nefer. La donna nell’antico Egitto" che doveva chiudere a Milano, Palazzo Reale, il 9 aprile è stata anticipata al 25 marzo per il trasferimento a Torino, Palazzo Cavour. Speriamo non diventi una abitudine. A Treviso, Casa dei Carraresi, chiusura in crescita anche per "Venezia ’900. Da Boccioni a Vedova" (media 769, visitatori 121.517). A Roma, Chiostro del Bramante, "Annibale Carracc
i" ha concluso con una media in crescita, vicina a mille (989) con un totale di 83.123 visitatori. A Bologna, sede precedente della mostra e luogo deputato dell’attività iniziale dei Carracci, Annibale aveva avuto una media finale di 788 e un totale 73.320 visitatori. Un totale complessivo quindi superiore a 150.000 visitatori (156.443), ottimo per un autore di arte antica. Sempre a Roma, Gnam, Galleria nazionale d’arte moderna, "Arturo Martini" ha chiuso con una media finale di 649, un incremento dell’8,7 per cento sulla media di aprile, e un totale di 45.477 visitatori. Anche qui una intelligente collaborazione con Milano, le Stelline, e con risultati nettamente superiori (media 281, visitatori 20.800), anche grazie al potere di attrazione della Gnam con cui la mostra aveva il biglietto in comune. A Bari San Nicola ha fatto il "miracolo". La mostra a lui intitolata, nel castello Svevo, da aprile a maggio ha quasi raddoppiato la media, da 211 a 349 (più 65,4 per cento) per chiudere a con 55.415 visitatori. Un grande risultato considerando il carattere particolare, da amatore, della mostra sia pure dedicata al santo più venerato in Occidente ed Oriente. Grazie ai tre giorni di grande festa del santo, al biglietto ridotto per tutti durante la "Settimana della cultura", all’allungamento degli orari. Fra le mostre ancora aperte, a Torino, Palazzo Bricherasio, dopo tre mesi "I Macchiaioli. Il sentimento del vero", mantiene la media oltre mille (1.014) con un totale di 91.299 visitatori. Sempre in tema di Macchiaioli anche l’altra mostra, cominciata prima, a Forlì, musei San Domenico, "Silvestro Lega. I Macchiaioli e il Quattrocento" migliora la media (622), con un totale di 67.213, di assoluto valore per una località vitale, che abbina mostra e pinacoteca in un edificio affascinante, ma località periferica. In questo involontario "Anno dei Macchiaioli" c’è una terza mostra, a Orvieto, Palazzo Coelli, fino al 1° luglio: "Cabianca e la civiltà dei Macchiaioli" (che dal 12 luglio si sposta a Firenze a Villa Bardini). Difficile che tre mostre sullo stesso argomento italiano, negli stessi mesi, non si siano "pestate i piedi" quanto a opere e a visitatori. Ad Arezzo, Museo statale d’arte medievale e moderna, il tanto atteso "Piero della Francesca e le corti italiane" ha cominciato con una media non esaltante inferiore a mille subito aumentata e mantenuta tuttora oltre 1.300 (1.321) con un incremento del 32,6 per cento (totale 62.078 visitatori). Nel completamente restaurato Palazzo Strozzi di fine Quattrocento-inizio Cinquecento, considerato il più bel palazzo fiorentino del Rinascimento e quindi la "Kunsthalle più bella del mondo", "Cézanne a Firenze" dopo 76 giorni mantiene la più alta media in assoluto (2.166), con un totale di 164.638 visitatori. A Roma, Complesso del Vittoriano, "Chagall delle meraviglie" mantiene dopo 69 giorni una media di poco inferiore a Cézanne (2.130) con un totale di 146.988. Viceversa alle Scuderie del Quirinale, non riesce a spiccare il volo Dürer. La media galleggia sopra 1.100 (1.137) che farebbe la felicità di molti organizzatori, ma non di una mostra di alta qualità su un autore popolarissimo fra il pubblico, una mostra nuova perché completa, che non potrà essere ripetuta altrove perché centrata su Dürer e l’Italia e nello spazio più bello del mondo, con ai piedi la piazza del Quirinale e l’intero panorama di Roma. Totale visitatori 76.179.
A Bologna, dunque, evviva l’arte contemporanea e non solo. Sarà la novità del Museo d’arte moderna (che comprende il contemporaneo), trasferito nell’ex manifattura Tabacchi, esattamente nel "Forno del Pane" che sembra un luogo inventato e che invece è "uno degli edifici più significativi della storia del secolo passato" costruito nel 1916. Sarà la novità del museo che mette la città alla pari di Roma e Torino. Sarà la localizzazione più centrale del museo dove già si trovano i laboratori di musica e di teatro del Dams e la Cineteca con i quali ha completato la "Manifattura delle arti". Sarà la sigla elettrizzante MAMbo (rigorosamente in maiuscole museo arte moderna e in minuscolo la sigla di Bologna). Sarà la prima mostra "Vertigo" (a cura di Germano Celant con Gianfranco Maraniello, direttore del museo), che esemplifica la generale contaminazione del "Secolo di arte off-media dal futurismo al Web", l’inquadramento di "tutte le forme di comunicazione mediatica dell’ultimo secolo, dalla radio al telefono, dalla fotografia al cinema, dalla televisione al web", 400 esempi di 200 artisti. Sarà la "nascita di un nuovo spazio rivolto alla sperimentazione in campo artistico e alla sua storia, dedicato in particolare ai giovani, in accordo con la vocazione di Bologna quale laboratorio culturale privilegiato della contemporaneità". Saranno tutte o parte di queste ragioni, ma nei primi dieci giorni "Vertigo" ha avuto una media quotidiana di 799 visitatori, una quota alla quale l’arte contemporanea non è abituata in Italia se non alla Biennale di Venezia. Il giorno prima della conclusione trionfante di "Simbolismo", Ferrara riceveva un altro premio che la proiettava a livello internazionale: la presentazione a San Pietroburgo di "Ermitage-Italia". Questa "filiale" di uno dei più importanti musei del mondo sarà pronta dal prossimo ottobre con la costituzione di una fondazione. Sede operativa a Palazzo Giglioli con foresteria per 15 ricercatori e sede di rappresentanza al Castello estense. Meglio di una "filiale" sarà un centro di studio e di ricerca per la conoscenza e conservazione delle opere d’ arte, la preparazione del personale scientifico e tecnico (russo e italiano) anche nel restauro, gestione e valorizzazione. E organizzerà una o due mostre l’anno. La prima, nel 2008, dedicata al "Cinquecento ferrarese" utilizzando fra l’altro i dipinti dell’Ermitage del Garofalo (Benvenuto Tisi). Allo studio una mostra sull’arte islamica. Per il primo anno di attività del centro, non per le mostre, Ferrara ha previsto 400 mila euro. Il centro sarà diretto da Francesca Cappelletti dell’Università di Ferrara e da Irina Artemieva, responsabile dell’arte veneta all’Ermitage. Sono stati ufficializzati i nomi del comitato scientifico (presieduto da Michail Piotrovskji, direttore dell’Ermitage) e che verranno proposti alla fondazione. Sono Antonio Paolucci, Giuseppe Pavanello direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini, Giuseppe Papagno dell’Università di Parma, Carla di Francesco direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia, Sergej Androsov responsabile dell’arte occidentale all’Ermitage, Victor Golovin dell’Università di Mosca, i due vicedirettori dell’Ermitage Vladimir Matvejev e George Vilinbakhov e lo storico dell’arte Gabriele Finaldi del Prado. Buon lavoro.