L’enigmatico volto di Pia de’ Tolomei: un turbine di intrighi
Il Corriere di Firenze, 06-05-2007, ––
Il nuovo libro di Mario Sica “Matrimonio di sangue” svela i misteri della principessa seneseIl misterioso manoscritto “Matrimonio di sangue” svelerebbe il vero volto della dantesca “Pia de’ Tolomei”, la principessa senese che, secondo la vulgata fino ad oggi più in uso, sarebbe andata in sposa a Nello Pannocchieschi, Conte della Pietra e signore di Prata (Maremma), colui che prima l’avrebbe fatta rinchiudere nel suo castello e poi uccisa. La Pia de’ Tolomei di Dante è una figura epica, ai confini della leggenda. Una giovane principessa infelice, vittima della violenza e dei giochi di potere che caratterizzano la Toscana del secolo XIII.
Ben diversa la Pia che viene oggi descritta nel libro “Matrimonio di sangue” di Mario Sica, appena
pubblicato, con una brillante prefazione di Franco Cardini, da Polistampa nella «Biblioteca del viaggiatore» diretta da Mario Graziano Parri. La Pia raccontata da Sica è un personaggio reale, una donna vera che vive esperienze piuttosto tipiche di quella che era la Toscana dell’epoca. Si tratta di Pia di Ranuccio Malavolti, senese, vissuta nella seconda metà del Duecento, sposata a Tollo da Prata e misteriosamente scomparsa in Maremma. Il romanzo narra la storia d’amore di Pia e di Berretta, un giovane giullare capitato per caso alla corte del palazzo del signore di Prata. Le vicende si dipanano in modo appassionante sullo sfondo di una Siena bella e crudele, in un turbine di intrighi, avventure e contese politiche in cui compaiono personaggi che hanno fatt
o la storia di quegli anni, come Nello della Pietra, Guido di Montfort, Ghino di Tacco, Margherita Aldobrandeschi. Un libro di un genere tutto originale. Un romanzo che s’incarna strettamente negli elementi storici e geografici che affronta, o piuttosto un saggio con alcuni elementi romanzati se è vero, come dichiara l’autore nell’introduzione, che le vicende narrate sono proprio delle notizie storiche, tratte da un manoscritto di una ventina di pagine stilate recto e verso in volgare. Il documento, dal titolo Ricordanze di Placido Abbate Sancti Galgani da me Messer Ranieri ricolte ad utile consiglio de’ giovani, sarebbe stato ritrovato dall’autore stesso durante alcune sue ricerche all’interno della Biblioteca degli Intronati di Siena.