“I miti ritrovati”:
l’Anfiteatro romano di Fiesole
si popola delle statue di Onofrio Pepe
AISE, 03-05-2005, ––
03/05/2005 ore 17.49
Cultura

FIRENZE\ aise\ - Sarà allestita dal 7 maggio al 5 giugno, nel celebre Teatro Romano sulla collina di Fiesole vicino a Firenze, "I miti ritrovati", l’esposizione di cinquanta opere di grande formato di Onofrio Pepe. La mostra, nata dalla collaborazione della casa editrice Polistampa e la città di Fiesole, è accompagnata dal catalogo (Pagliai Polistampa, pp.88, euro 28), che, curato da Stefano De Rosa e Marco De Marco, contiene le riproduzioni a colori delle opere esposte e i testi critici di Marco Fagioli e Francesco Gurrieri. Fiesole presenta, dunque, i bronzi di Onofrio Pepe con una sistemazione ed un allestimento che li pongono in dialogo diretto con la tradizione classica e con l’archeologia. Nell’esclusiva sede del Teatro Romano
, che accoglie per la prima volta un artista contemporaneo, si articola il suo "percorso nel mito". Contemporaneamente, nella Sala Costantini del Museo Archeologico, opere di formato più ridotto (bronzetti, terrecotte, bassorilievi) permetteranno un approfondimento del percorso simbolico di Pepe, sempre incentrato sul tema della continuità del mito dalla filosofia greca alla cultura latina sino ai nostri giorni. Per Stefano De Rosa, curatore della mostra e del catalogo, "Pepe lascia che la forma suggerisca, con la forza e il fascino della poesia, un sentimento di vertiginoso abbandono in un’assenza di tempo, dove sopravvive l’appagamento estetico e tale appagamento vale come moneta sonante". Pepe ha avuto l’onore di esporre con successo la sua Porta del Mito nel Piazzale degli U
ffizi, a conferma di quanto la sua arte concettualmente severa e lirica incontri i favori del pubblico e della critica. La sua opera è ormai riconosciuta non solo in Italia ma anche al di fuori dei confini nazionali. "Sono forme levigate, pure, armoniose, morbide e feconde - afferma ancora Stefano De Rosa - quelle modellate da Pepe; forme nelle quali la luce è una danza prolungata, un passaggio ininterrotto di sensualità. Pepe ha saputo trattenere il senso profondo della classicità, ovvero il legame di ogni parte del sapere con il proprio tempo, e la capacità di trascendere la dimensione temporale per attingere a un’altra, nella quale ogni tensione si distilla e si raffredda, ricomponendosi in un’unità, in una sintesi nella quale potranno filtrare le letture dei posteri". (aise)