"VINCENZO CABIANCA E LA CIVILTÀ DEI MACCHIAIOLI": DOPO 80 ANNI ORVIETO E FIRENZE RENDONO OMAGGIO ALL’ARTISTA TOSCANO
Aise, 10-04-2007, ––
ORVIETO aise - A distanza di ottant’anni dall’ultima esposizione dedicata a Vincenzo Cabianca, che risale al 1927, si è aperta il 6 aprile ad Orvieto, presso Palazzo Coelli, una ampia retrospettiva di oltre ottanta opere di questo artista da sempre considerato uno degli artefici della rivoluzione dei pittori realisti toscani. La mostra "Vincenzo Cabianca e la civiltà dei Macchiaioli", che si sposterà poi a Firenze, è una grande occasione offerta al pubblico per confrontarsi con l’opera del pittore macchiaiolo attraverso un’ampia antologica ricca di materiali originali, colmando così una grave lacuna negli studi a lui dedicati. Infatti, pur essendo sempre ben rappresentato nell’ambito di mostre collettive dedicate ai Macchiaioli, manca ad oggi una pubblicazione aggiornata ed una mostra monografica sul pittore veronese. La mostra, ideata e curata da Francesca Dini, coadiuvata da un prestigioso comitato scientifico, ricostruisce il percorso formativo e pittorico di Cabianca, con ricchezza di dipinti anche di altri artisti macchiaioli, circa venti, tra i quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Cristiano Banti, Nino Costa, offrendo così l’opportunità di conoscere l’esperienza di un singolo artista e le sue scelte estetiche attraverso la vicenda dei Macchiaioli come movimento artistico di gruppo. In
mostra dipinti noti quali "Novellieri fiorentini" o inediti come "Vendemmia in Toscana" del 1854, opere degli anni delle audaci sperimentazioni della "macchia" che Cabianca condusse con Banti e Signorini in Liguria e nella campagna toscana di Montemurlo tra il 1859 e il 1862, sperimentazioni che culminarono nel celebre capolavoro "Il mattino" e nei "Marmi a Carrara Marina" non più visto da quasi un secolo. Gli anni aurei della "macchia", risultanza del momento centrale del sodalizio con gli amici macchiaioli nella campagna fiorentina di Piagentina e nei paesaggi marini di Castiglioncello e della Versilia, sono testimoniati da capolavori noti quali "Spiaggia a Viareggio" e "Un bagno fra gli scogli". Lo splendido "Ritorno dai campi" del 1862, non più esposto da decenni, è il dipinto attorno al quale ruoteranno scorci di campagna toscana, inediti o non più visti da tempo. Cabianca, dopo il suo trasferimento a Roma avvenuto nel 1870, effettuerà diversi viaggi nella campagna romana, a Ischia, in Liguria, a Venezia e a Castiglioncello. È un continuo peregrinare alla ricerca degli effetti di luce che egli poi renderà con straordinario vigore nelle sue tele. E’ il momento di "Strada a Palestrina", "Nettuno", opere che si relazionano con i contemporanei dipinti di Signorini "Strada ad Arcola" e Costa. Gradatamente la sua
ispirazione malinconica si arricchisce di motivi spiritualistici, in consonanza con il clima generale degli ultimi due decenni del secolo: ne nasce uno splendido capolavoro quale "Nevi romane". Il percorso espositivo si chiude con opere che rappresentano due temi fondamentali della produzione di Cabianca: la poesia dei chiostri e Venezia, opere che evidenziano l’evolversi del percorso dell’artista verso espressioni pittoriche pienamente novecentesche. La mostra, promossa e realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dei Comuni di Orvieto e Firenze, sarà allestita ad Orvieto sino al prossimo 1° luglio, per poi approdare a Firenze, dal 12 luglio al 14 ottobre, presso la Villa Bardini, recentemente restaurata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze attraverso la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, inaugurando così un nuovo spazio di eventi e mostre temporanee per la città. Grazie all’importante apporto che perviene dagli eredi dell’artista, depositari di un ampio carteggio e di un insieme considerevole di opere, il catalogo edito da Polistampa, che accompagna la mostra nelle sue due tappe, sarà ricco di apparati e di documentazione in larga parte inediti. (aise)