Il “Berlusconi” è occupato
InformaFirenze, 01-04-2007, ––
“Ci sarà solo una volta” sono le prime parole di questa favola metropolitana, come viene definita dal giovane autore.
Ma della favola ha ben poco questo romanzo. I toni sono cupi come il futuro che prospetta Lenzi, un futuro fatto di morte, di soli e lune artificiali, di violenza e degrado, ambientale e sociale. Un non luogo che potrebbe essere ovunque, un non luogo in cui i due protagonisti, Tobia e Gianna, appena diciottenni si trovano a crescere e a non voler sottostare. La loro delicata storia di “innamoramento” più che d’amore, si scontra con il torbido che li circonda
, con la decadenza morale di una società che non pensa più, che, praticamente, non vive più.
Entrambi frequentano il liceo “Berlusconi”, eroe che ha gettato i semi di quel mondo; l’occupazione dell’edificio, che ha più i tratti dell’occupazione armata, permette a loro due e ai loro compagni di riappropriarsi almeno per un po’, mentre l’assedio dei poliziotti produce morte, di quel mondo che gli è stato negato, strappato: un mondo fatto di canzoni, poesie, e di mani strette l’una nell’altra. Un mondo che i due riscoprono, insieme, e che pu
forse sconfiggere anche la morte. Un romanzo agrodolce, che a tratti assume la forma del flusso di coscienza e che, per questo, può risultare un po’ duro al primo impatto: parole nuove che descrivono oggetti del futuro, sensazioni che prendono la forma di espressioni verbali azzardate, il tutto a un ritmo narrativo vertiginoso.
Viene da sperare che “non” ci sarà una volta, dopo aver letto il libro: ma prendere coscienza, anche leggendo queste pagine, che quel mondo potrebbe un giorno esistere davvero, può essere già un passo avanti per evitare che tutto questo succeda.