Le “dolcezze” di Giovanni Righi Parenti
Civiltà della tavola, 01-01-2007, ––
A pochi mesi dalla scomparsa dell’Accademico Giovanni Righi Parenti, grande studioso della storia senese e toscana e ultimo testimone dell’antica e celebre fabbrica dolciaria Parenti, esce una nuova edizione del suo “Dolcezze di Toscana”. L’opera è organizzata nelle sezioni: Dolci invernali, Dolci di Pasqua e primavera, Dolci per tutte le stagioni, I dolci tradizionali, Altri tempi , Vini, rosoli e derivati. Apprendiamo tra l’altro che in inverno a Viareggio si mangiano i befanini, mentre a Pistoia i necci e un po’ ovunque il castagnaccio. E poi ci sono il migliaccio, il ciambellone montanaro (con farina di casta
gne), i bolli di Livorno (dolcetti di origine ebraica, simili a panini pieni di marmellata), i cenci, gli ossi di morto e i rompidenti. In primavera compaiono i ciambelloni, le schiacciate, le crostate e le torte di riso. Poi trionfano i pani dolci, i panforti, le copate, i torroni e altre squisitezze dai nomi antichi ed evocativi. Il volume, nella nuova edizione “lusso”, con copertina cartonata e interno arricchito da fotografie d’epoca e illustrazioni a colori delle squisitezze proposte, raccoglie memorie e ricette che trasportano il lettore goloso alla riscoperta di oltre 200 dolci della tradizione toscana. Dolci poveri, almeno al
l’apparenza, eccezion fatta per quelli senesi, che sono la quintessenza della raffinatezza e incoronano Siena capitale del dolce toscano. Scritto con il suo brillante linguaggio, genuino come i dolci che descrive, piacevole racconto pieno di aneddoti e storie curiose, il volume è anche un appassionante viaggio nel passato, fatto con l’amore di chi nei sapori della propria terra sapeva riconoscere anche le proprie radici. Un modo per interpretare usi e costumi di un popolo, di una regione còlti nel momento caratteristico della preparazione di cibi e vivande, e un modo per ricordare il nostro indimenticabile Accademico ed amico.