Firenze: ragione e bellezza, misura di idee e di cose
Il Corriere di Firenze, 19-03-2007, Riccardo Cardellicchio
L’ultima fatica di Pier Francesco ListriIl giornalista Pier Francesco Listri da tempo sta dedicando grande attenzione a Firenze. Si potrebbe dire che la sta rivoltando come un calzino. Ne racconta vizi e virtù, il pensiero rivolto a chi la frequenta per conoscerla e agli stessi fiorentini, più che altro a quelli disattenti. Succede anche con “Ecco Firenze, ragione e bellezza, misura di idee e cose”. Un libro da considerare uno strumento prezioso per la scoperta della città e dei suoi abitanti, con funzione di vademecum per gli abitanti stessi. È,
per questo, pieno di curiosità su nomi e luoghi.
Ma la sezione che attira maggiormente l’attenzione è intitolata “I fiorentini, istruzioni per l’uso”. Listri analizza gli atteggiamenti tipici del fiorentino doc. “Attenti — scrive — quando comprate o vendete a un fiorentino. Il saper commerciare e tenere spirito di finanza, con le sue astuzie che ne derivano, sono gloria di dieci secoli di storia fiorentina di mercanti e banchieri, sicchè qui quanto a soldi c’è poco da insegnare”. E ancora: “Parsimonioso fino alla tac
cagneria (spiatelo quando condisce con il prezioso olio l’insalata) il fiorentino è roso da un’incredibile bisogno di perfezione (crei un capolavoro o tiri su un muretto) tanto da apparire pignolo. A proposito di questa razionalità complicata che un grande scrittore toscano come Emilio Cecchi ha definito ‘inderogabile senso dei rapporti’, e che si ritrova anche nella scansione dei tetti e nel disegno dei giardini, un altro scrittore ma questo veneto, Guido Piovene, ha scritto: qualunque cosa tu pensi, qui subito ti sembra sciocca”.