Un calvario iniziato ventidue anni fa
Il Tirreno, 04-06-2006, ––
Quand’è che il lavoro ha preso la strada della precarietà? Sull’ultimo numero della rivista “Il Fuoco”, edita da Polistampa, Stefano Scelzo propone un percorso storico che chiarisce il fenomeno, da Craxi a Berlusconi. Oggi, in Italia, il numero dei lavoratori ai quali può essere applicato lo Statuto è inferiore al 30%. 1984. Comincia il processo di flessibilizzazione del mercato del lavoro con la legge 863 che allarga i criteri per il part-time, introduce i contratti di solidarietà e quelli di formazione-lavoro. 1987. È l’anno della legge 56, che estende il contratto a termine a tutti i settori. 1992. Il processo di revisione della scala mobile sfocia nell’
accordo del 31 luglio che sancisce l’abolizione degli scatti di contingenza. 1993. L’accordo sul costo del lavoro indebolisce i sindacati nelle contrattazioni sui salari dei lavoratori. 1994. La legge 236 consente di assumere lavoratori con contratto di stage in apprendistato, e la 299 estende l’uso della mobilità e dei contratti di formazione-lavoro. 1997. È l’anno del “Pacchetto Treu”, che introduce il lavoro interinale, estende i contratti a termine, allunga la durata dei contratti di formazione-lavoro nelle aree depresse e sancisce la flessibilità totale: lo scopo era di rendere più elastici i parametri di entrata nel lavoro per combattere la disoccupazio
ne, ma di fatto ha favorito la sostituzione del lavoro a tempo indeterminato con quello precario. 2003. È l’anno della legge Biagi: la legge 30 e il decreto legge 276 incrementano ulteriormente la flessibilità di assunzione tramite l’introduzione del lavoro a progetto, del job sharing, del lavoro a chiamata. La revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori aumenta la flessibilità in uscita, la contrattazione collettiva viene ridotta a vantaggio della contrattazione individuale. Il collocamento viene del tutto liberalizzato, e la legge che vietava il ricorso a manodopera offerta da terzi, già stemperata dal pacchetto Treu, viene definitivamente abrogata.