Il libro. Delconte, elzeviri tra arte, amici e ricordi
Il Piccolo, 26-09-2023, Alberto Ballerino
Un’autobiografia esistenziale in cui affetti familiari e antiche amicizie si intrecciano con l’amore per la letteratura e l’arte.
Roberto Delconte, per dieci anni direttore della Biblioteca comunale di Castelnuovo Scrivia, recupera in chiave intimistica la tradizione dell’elzeviro nel libro “Il dito e l’anello”, pubblicato da Mauro Pagliai editore.
Tra i personaggi a cui dedica la sua attenzione troviamo il vescovo Luigi Bongianino (Il vino del vescovo), un amico da cui ricevere consigli preziosi davanti a scelte difficili ma anche capace di regalare attimi di buon umore con le sue fulminanti battute. Oppure il sacerdote scrittore Teo Marchini (Dune di sabbia), brillante oratore e scrittore che però sapeva comunicare anche con il silenzio.
Il giornalista e scr
ittore Luigi Maria Personè (Nuvole di settembre), che per soddisfare un suo desiderio lo sorprese pubblicando su ‘L’Osservatore Romano’ un elzeviro dedicato allo scrittore Ugo Ojetti e alla moglie castelnovese Nanda Gobba. Lo stesso Roberto Delconte ha collaborato per anni con ‘L’Osservatore Romano’.
Altri personaggi riportano ai sapori dell’infanzia, come nel caso del fornaio Vittorio Sampietro (Elogio di un fornaio) con i suoi grissini all’olio e i suoi biscotti di pasta frolla.

Negozio storico
Il piacere del buon cibo si incontra invece con un’antica amicizia nelle pagine dedicate a Bruno Bassi, titolare di un negozio di gastronomia (Luci accese) che è stato una vera istituzione per Castelnuovo Scrivia. Delconte, insieme alle giovani studiose Elisa
ed Anna, ha addirittura svolto una ricerca archivistica per scoprire che le origini dell’esercizio risalivano al 1907. Più di un secolo di vita, dunque, dal momento che ha chiuso nel 2009.
Commuove l’lezeviro dedicato all’amica insegnante Serena (Ultimo insegnamento), riprendendo una lettera scritta davvero a cuore aperto per tutti i suoi studenti al termine dell’anno scolastico. Parole di grande umanità, in cui la professoressa si confessa ai suoi studenti in un confronto in cui appare chiaro come la vera scuola con la “S” maiuscola non è mai separata dalla vita reale.
Molto coinvolgente il ricordo dell’amico pittore Michele Mainoli, per il quale allestì anche una mostra nel 1998 – alcuni anni dopo la sua morte – che venne inaugurata da Vittorio Sgarbi.