Parigi 1911. Il furto della Gioconda e dintorni
Nuova Antologia, 01-07-2023, Enrico Mannari
Il 1911, per Parigi, non è un anno qualsiasi del calendario; il trafugamento dal Louvre della Gioconda si intreccia con eventi che segnano la vita di tanti personaggi che in gran parte finiranno sui libri di storia caratterizzando con le loro vicende un’intera epoca. Ce lo racconta in maniera brillante e affascinante, ma anche rigorosa nei riferimenti alle fonti del periodo, Franco Poggianti nel suo Parigi 1911. Il furto della Gioconda e dintorni, edito da Mauro Pagliai. Il libro ci conduce nell’atmomosfera di quegli anni, facendoci fare un viaggio nel tempo in quella Parigi capitale della modernità trionfante.
«Parigi era la civiltà, la prima che io avessi visto», una espressione emblematica scritta nelle memorie di un giornalista americano, Edgar Ansel Mowrer, corrispondente dall’Italia del «Chicago Daily News» e che, nel 1911, vive a Parigi. Insomma, quella che era considerata la capitale delle rivoluzioni, all’inizio del Novecento è indicata come l’avanguardia della civiltà, la città della luce. Gli occhi di tutto il mondo sono su Parigi. Ma alla frivolezza della ‘belle époque’ si accompagna, e non sempre sotto traccia, un sordo brontolio che precede lo scoppio della Prima guerra mondiale che segnerà una svolta epocale della storia europea e mondiale.
Scorrendo le pagine si rivivono personaggi e tanti episodi di un mondo che trova a Parigi il luogo ideale. Scienziati, pittori, poeti, avventurieri, rivoluzionari, esuli; tanti di loro lasceranno un segno importante nella storia. Da Picasso a Modigliani, da Marie Curie a Gertrude Stein, da Anna Achmatova a Coco Chanel, da Lenin a Apollinaire, da Giu
seppe Cei a Hélène Dutrieu. Molti di costoro sono ancora degli sconosciuti alla ricerca della propria strada, altri, come Picasso, stanno già per diventare celebrità; Poggianti ne racconta tanti aspetti insoliti e anche le alterne fortune. I caffè sono da tempo luoghi di ritrovo e di discussione, dove si va per incontrare anche volti nuovi. Così accade per il Cafè de la Rotonde, un luogo simbolo di generazioni di artisti, ma non solo; seduti ai suoi tavoli, si possono incontrare personaggi come Amedeo Modigliani e Lenin mentre sorseggiano bevande calde e leggono i quotidiani appena stampati. Uno degli episodi più divertenti raccontati è quando Modigliani all’improvviso accende un fiammifero e dà fuoco al giornale che sta leggendo Lenin e lui, abitualmente facile alla rabbia, scoppia, sorprendendo tutti, in una fragorosa risata.
È una Parigi sempre più crocevia di incontri e di passioni amorose, ma è anche meta di tanti emigranti in cerca di lavoro; uno di questi è l’operaio, decoratore e stuccatore, Vincenzo Peruggia che, il 21 agosto del 1911, compie una missione incredibile: il furto della Gioconda di Leonardo da Vinci.
Ne parlano per lungo tempo i giornali di tutto il mondo, sono accusate molte personalità francesi ed internazionali, vengono sospettati anche Apollinaire e Picasso, e si sfiora addirittura la guerra tra Francia e la Germania, accusata di aver commissionato il furto. Solo due anni dopo viene trovato il colpevole. Vincenzo Peruggia, viene arrestato mentre tenta di vendere la Gioconda alla Galleria degli Uffizi di Firenze; dichiarerà di averla rubata non solo per denaro, ma per compiere un’azi
one patriottica e ridare il quadro all’Italia.
Peruggia non sa che Monna Lisa appartiene alla Francia per via del tutto legittima poiché non è stata depredata, come altre opere d’arte, nel corso delle campagne napoleoniche, ma acquistata regolarmente all’epoca, e a caro prezzo, dal re di Francia Francesco I. Processato e condannato dal tribunale di Firenze, la sua pena è ridotta in appello a sette mesi e otto giorni di reclusione.
Nell’anno del furto più incredibile del Novecento si accavallano tante altre vicende che Poggianti, con una lunga carriera nel giornalismo, ci racconta in questa sua sorta di brillante reportage, in una Parigi la cui luce è spesso offuscata dal manifestarsi in diverse occasioni di una destra razzista, xenofoba, antisemita. In questo Recensioni 393 1911, però, oltre alla Gioconda, ci sono altre donne che fanno parlare di loro e che costituiscono il segno di un faticoso protagonismo femminile. Ecco Marie Curie, con la sua “ostinata abnegazione”, la prima donna a conseguire un primo ed un secondo Nobel; e poi due rivoluzionarie, Nadja Krupskaja, la moglie di Lenin, il cui ruolo è tutt’altro che ancillare, e poi Inessa Armand, donna attraente e appassionata, impegnata nella lotta per i diritti delle donne, il grande “amore segreto” di Lenin. E a proposito di amori non può sfuggire l’intenso rapporto che Amedeo Modigliani ha con la scrittrice russa Anna Achmatova. Per concludere, come non accennare al “salotto” di Gertrude Stein, scrittrice, poetessa, mecenate, che per mezzo secolo sarà «il tempio dove si celebra la messa cantata del nuovo in arte e in letteratura».