Il mastro bottaio e una bella storia tutta toscana
Corriere fiorentino, 27-10-2022, Caterina Baronti
«Sono nato tra gli odori del legno, del fuoco e della tostatura» così comincia il primo libro di Filippo Carmignani, bottaio della Valdisieve, «Acini e cantar di tino» (Sarnus). Comincia da piccolo ma prima di diventare un mastro bottaio come il nonno, di gavetta, quella noiosa come ripulire la pialla, ne ha
dovuta fare. Venne mandato anche in Francia, a Bordeaux, dal padre, «per capire cos’è questa barrique» ma dopo poco cominciò a seguire le pratiche di stagionatura, piegatura a fuoco o in acqua delle assi per le botti. E poi prende parte a una scoperta: ricerche scientifiche mostravano che il rovere e il castag
no fiorentino avevano tali qualità da conferire, ai vini, delle sfumature che non avrebbero potuto altrimenti acquistare. Territorialità e artigianato si fondono nel suo lavoro come tra queste pagine dando al lettore quel «soave licore» che non è il vino ma è comunque il flusso di una storia tutta toscana.