Il mirabile messaggio della Lettera agli Ebrei
Città di Vita, 01-01-2022, ––
La Lettera agli Ebrei è una parte importante, suggestiva, uno dei grandi vertici del Nuovo Testamento, che resta purtroppo poco conosciuta sia dai sacerdoti che dai laici. Qui Gesù è definito «Sommo sacerdote» e ci si rapporta a lui in modo differente come giustamente viene specificato nella prefazione del libro. Il commento alla Lettera agli Ebrei è proposto da Cirignano come un vademecum alla portata di tutti, concepito per rendere questo capitolo della Bibbia accessibile ai più. Padre Vanhoye, studioso biblista, è colui che più di ogni altro ha contribuito a mostrare la
bellezza e l’importanza della Lettera agli Ebrei, dai cui scritti ha attinto anche Giulio Cirignano, che si sente «ambizioso» nel voler divulgare nell’era dei social e dei telefonini, che si sono sostituiti prepotentemente al buon vecchio libro, questo commento, credendo giustamente che ne valga la pena… Come dargli torto? Il testo attribuito a Paolo di Tarso si divide in due parti, di cui la prima è incentrata sulla figura di Gesù Cristo, re dell’universo, anche in relazione ad altri personaggi dell’Antico Testamento. Viene in tal modo fornita una visione dottrinar
ia del significato messianico del sacrificio di Cristo e dell’unicità e universalità del suo sacerdozio. La seconda parte si sofferma sui pericoli derivanti dall’apostasia ed esorta i destinatari della Lettera alla perseveranza nella fede. Una riflessione sulla parusia precede quindi la presentazione di esempi di fede dell’Antico Testamento, da Abramo a Raab e un nuovo approfondimento sulla figura di Gesù. Nel testo di Cirignano Gesù è una presenza reale, vicina, amica, che svela se stesso mostrando tutto il suo magnetico carisma e la grandezza del suo messaggio. (s.b.)