Riveduto e ampliato è in libreria il nuovo Vocabolario fiorentino-toscano di Bencistà
Toscana Oggi, 13-06-2021, ––
Il capoluogo toscano è il centro motore di una lingua che fin dal Trecento si è rapidamente estesa a tutto il territorio regionale. Del resto il fiorentino, come ricorda Tullio De Mauro, ha avuto una fortuna storica che lo portò a diventare non solo la lingua di una città, ma di un’intera nazione.
I segreti e le curiosità della lingua di oggi e di ieri sono svelati da Alessandro Bencistà nel nuovo Vocabolario del vernacolo fiorentino-toscano.
Il volume riporta parole come bottinzola, sostantivo femminil
e: girino, larva del rospo (anticamente botta); così detta perché ha il corpo tozzo, simile a una botte, con una lunga coda.
Assieme a parole come squarqoia o barulla, è una delle «perle» della lingua toscana che rischiano di andare perdute per sempre: per raccoglierle, spiegarle ed evitarne l’oblio è nato il Vocabolario di Bencistà.
La nuova edizione completa la precedente, uscita nel 2012, con il recupero di tutte quelle voci puramente fiorentine che non erano state inserite, e che accrescono il tot
ale fino a circa 4000, cui vanno aggiunti i 2200 antichi mestieri registrati nel censimento granducale del 1841.
L’autore, che ha dedicato oltre trent’anni di studi e ricerche alla parlata di Firenze, ha scelto i vocaboli più rappresentativi, tutti documentati nelle opere di autori nati o residenti nella città e nel suo contado: ci sono Dante e Machiavelli, Augusto Novelli e Ottone Rosai, ma anche Giuseppe Moroni detto il Niccheri e i poeti popolari, fino agli improvvisatori contemporanei e a Roberto Benigni.