L’incubo gulag inciso sulle case dei deportati
La Verità, 25-03-2021, Aldo Forbice
Tra le vittime del comunismo vanno sicuramente annoverati anche coloro che sacrificarono volontariamente la loro vita per risvegliare le coscienze nella lotta per la libertà . A questi uomini e donne che sfidarono l’Urss è stato dedicato un libro, uscito di recente, del giornalista Dario Fertilio e di Olena Ponomareva (una studiosa ucraina) dal titolo Eroi in fiamme. Nel libro si raccont
ano le storie di tanti eroi solitari :da Jan Palach, a Vasyl ’ Makuch. Entrambi si uccisero, il primo a Praga, il secondo nel centro di Kiev nel 1968, sfidando l’impero sovietico. Le targhette di acciaio sulle pareti degli edifici servono a ricordare non solo le vittime del regime comunista, ma contribuiscono a rompere quel muro del silenzio e di indifferenza su una tragedia collettiva i
gnorata o comunque sottovalutata dalle istituzioni e dai media, anche occidentali. Forse è utile ricordare che già negli anni dello stalinismo le vittime dei gulag, a seconda delle diverse fonti, veniva stimata da tre a 60 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di morti nei gulag e di quasi 400.000 nei lavori forzati, con un totale di quasi tre milioni di vittime ufficialmente registrate.