Il diario prezioso di Giulio Prunai
La Nazione, 20-02-2021, Giovanni Morandi
Può darsi che un diario serva più per far riflettere che per ricordare, ma l’importante è poterne disporre la testimonianza, perché la sua mancanza ci impedirebbe di sapere e dunque di giudicare. Giulio Prunai fu soprintendente degli archivi toscani nonché figura chiave nel salvataggio di tanto patrimonio bibliografico durante l’alluvione. E dev’essere stata la sua deformazione professionale a indurlo a tenere durante la guerra non solo un meticoloso diario nei due anni di prigionia, ma anche
a difendere con immaginabili difficoltà i frammenti di carta su cui annotava quello che vedeva. È una fortuna avere avuto un padre come lui: fortuna raccolta dalla figlia Maria Prunai, ex direttrice della Riccardiana e della Marucelliana che ha riordinato il ricco materiale conservato e lo ha affidato all’editore Pagliai con il titolo La sboba, ovvero la brodaglia disgustosa dove si poteva trovare di tutto e che costituiva l’alimentazione dei prigionieri. Un destino che Giulio Prunai condivise co
n altri ufficiali della Marina che, come lui, finirono nei lager per aver rifiutato la Repubblica sociale. Quel che accade dall’ 8 settembre del ’43 fino al 5 settembre del ’45 è narrato nelle pagine lasciate dall’internato n° 30067, precedute da un’introduzione di Nicola Labanca, storico dell’Università di Siena. Un diario di fame e sofferenze che ha i dettagli di una cronaca accurata e che finisce col ritorno a casa, nella pace ritrovata del sonno dolce fra le lenzuola di bucato fresco.