Imprescindibile presenza femminile
L’Osservatore Romano, 13-11-2020, José Tolentino de Mendonça
La prima raffigurazione di Maria cum libro risale al IX secolo, una innovazione medievale che il Rinascimento non solo accoglierà e amplierà, ma di cui lascerà anche un legato sicuro alla modernità: la Vergine Maria alfabetizzata, che maneggia con intimità i testi e si fa rappresentare non con gli arnesi della vita domestica del villaggio contadino di
Nazaret, ma con ciò che diverrà uno strumento della fecondazione che il cristianesimo offre al tempo, la biblioteca. In un suo raffinato studio (Cosa leggeva la Madonna? Quasi un romanzo per immagini, Polistampa, 2019), Michele Feo individua, sorprendentemente, oltre quaranta diversi testi in cui Maria appare immersa nella lettura. Per questo, l’importa
nte non è sapere quale libro Maria stesse leggendo nel decisivo episodio dell’A nnunciazione. L’importante è cogliere come il libro, in questa scena, funzioni già da facilitatore di un’esperienza spirituale: un’esperienza di ascolto e di conoscenza che riconfigura il mondo. A cominciare dal mondo interiore di ogni lettore, di ogni lettrice.