Il medico che combatte nelle trincee del dolore
La Verità, 18-10-2020, Marcello Mancini
Stefano Grifoni dirige a Firenze il Pronto soccorso più grande d’Europa. E lo racconta

Gli eroi del Covid in camice bianco rischiano di essere richiamati in trincea. Una visita al Pronto soccorso dell’ospedale di Careggi a Firenze e la certezza che molti, qui, non ne siano mai usciti. Anche perché questo labirinto di sofferenza e i letti che raccontano dolore, sono per definizione una trincea, un luogo «dove il confine fra la vita e la morte è sempre più stretto». Nel sistema sanitario della Toscana, fortemente indebolito dalla politica regionale che ha tagliato tanti, troppi presidi sul territorio, insieme a Pisa e a Siena, questo enclave fiorentino è sorprendentemente solido e molto stimato dai cittadini e dai malati. Il direttore, il dottor Stefano Grifoni, è un tipo che non vive nella sua torre d’avorio in camice bianco. Coordina una struttura della quale fanno parte 40 medici e 190 infermieri. Lavora h 24 e quando non è in ospedale trova il tempo per parlare di salute alla radio, per scrivere libri
, testi scientifici e anche divulgativi. Ma non si esibisce, come tanti medici che siamo abituati a vedere in tv a pontificare di Covid. Grifoni , semplicemente, spiega. E questo verbo la gente fiorentina lo percepisce. Questo medico scrittore, ritagliando il suo tempo notturno, ha pubblicato un libro, Storie d’amore e d’amicizia. Racconti dal pronto soccorso (Mauro Pagliai editore) dove il soggetto narrante è il medico che incontra persone normali, semplici personaggi, che hanno alle spalle storie diverse. Una testimonianza significativa è «Il saluto di Maria». Maria è una dirimpettaia, molto anziana, del medico che tutte le mattine alle prime luci dell’alba si avvicinava alla finestra per bere il caffè. Maria dalla sua terrazza, mentre annaffiava i fiori lo vedeva e lo salutava con la mano: così per molto tempo. Non si conoscevano personalmente, ma un giorno Maria arriva al pronto soccorso e rivolgendosi al medico vicino di casa gli dice: professore, finalmente ci si incontra. E il medico risponde: per la verit
non sono professore. Al che Maria gli risponde: va bene lo stesso, professori ce n’è tanti, ma veri medici pochi. L’esperienza di Grifoni è una fonte inesauribile di vicende da raccontare: ci sono stati grandi scrittori, medici, come il russo Anton Cechov e il francese Louis-Ferdinand Céline, e in Italia, a un livello letterario diverso ma pur importante, Mario Tobino e Andrea Vitali. Grifoni ormai ha scritto diversi libri, come Le emozioni della salute ( Edizioni Polistampa, 2019) dove spiega la medicina per curare le malattie più semplici. Piccole afflizioni per chi non ce le ha e quasi sempre un grosso problema per chi invece è condannato a soffrirne. Lo sapevate che basterebbe un abbraccio per sentirsi meglio? Detto in tempo di distanziamenti, il consiglio del direttore del Pronto soccorso più grande d’Europa, può sembrare una provocazione. Ma aspettando tempi migliori, prendiamo questo appunto: nelle giornate di serenità ci vogliono quattro abbracci al giorno, nei periodi più stressanti ne servono dodici.