Firenze, la storia e l’attualità delle sue riviste
La Nazione, 11-08-2020, Francesco Gurrieri
Firenze, corpo 8” fu un fortunato volume di Giorgio Luti, pubblicato nel 1983, nell’ultima sede della gloriosa Vallecchi di viale Milton. Vi venivano ripercorsi scrittori, riviste, editori del Novecento. Non a caso quello scrutinio portava a definire la rivista militante come una nuova “struttura culturale”, con una precisa funzione nella storia della cultura italiana. E così fu per “Leonardo” di Papini e Prezzolini (a partire dal 1903) e poi “La Voce” e “Lacerba” (1913-15). Ed ancora fra le due guerre, con il “Selvaggio” di Maccari, col “Bargello” di Pavolini (organo del PNF); e finalmente col “Frontespizio”, contenitore letterario che inizialmente ospitò davvero tutti, almeno fino a
lla rottura con Carlo Bo, nel 1938, quando Letteratura come vita diventò uno spartiacque per molti e Bargellini si ritrovò più solo. Ora ad ereditare tanta parte di quel patrimonio, e attualizzandolo, c’è una rivista di letteratura -”il Portolano”- che ha tagliato con successo il traguardo dei cento numeri e il suo ventiduesimo anno. E allora il pensiero non può non riandare a chi intuì l’impresa: ad Arnaldo Pini e Nanni Permoli (cofondatori del Portolano); ad Alessandro Bonsanti, Giorgio Luti, Mario Luzi e Alessandro Parronchi, primi interlocutori e prestigiosi collaboratori della rivista. Ma anche a chi, come Giuseppe Bevilacqua, Claudio Magris, Sergio Givone e Sandro Veronesi, credettero e vollero ess
er presenti fin dai primi numeri. Magris ha scritto: «Il Portolano difende il senso della cultura, della ricerca, della discussione animata semplicemente e serenamente dal desiderio di verità». Il sopraggiungere di Maria Fancelli ed Ernestina Pellegrini alla direzione ha portato nuova linfa. Con numerosi docenti fiorentini. Importanti anche le collaborazioni di Roberto Barni, Adriano Bimbi, Umberto Buscioni, Rodolfo Ceccotti, Lorenzo Giandotti, Andrea Granchi, Roberto Maestro e tanti altri. Gl’indici della rivista, oggi disponibili online, danno conto del qualificato parterre culturale che la caratterizza. I numeri hanno carattere monografico. Il tutto edito da Polistampa, con Mauro Pagliai “pater patriae”.