Boccaccio apparteneva ai templari
Il Giornale, 24-03-2005, ––
Uno studio effettuato sull’iconografia mariana e su documenti trecenteschi svela l’appartenenza di Giovanni Boccaccio a una confraternita templare segreta. È l’esito della ricerca storica del saggista e architetto Roberto Manetti, confluita nel libro Le Madonne del Parto. Icone templari edito dalla casa editrice fiorentina Polistampa (7 euro). L’indagine ripercorre la storia dell’ordine monastico dei Girolamini, fondati da Bartolomeo Bononi da Pistoia, che nel 1334, dopo aver acquistato “terreni e casamenti” su una zona poco fuori le mura di Firenze, al centro degli antichi possedimenti templari, ottiene di vivere insieme a
gli altri monaci sotto la regola di Sant’Agostino, che era stata dei primi cavalieri del Tempio. Ecco spuntare la mano dell’autore, questa volta nel testamento datato 1374, in cui lascia gran parte dei suoi beni al monastero, come era uso proprio dei templari, al pari di molte famiglie fiorentine e sempre con cifre cospicue.

L’analisi procede poi dal versante pittorico. Nello stesso periodo, iniziano a farsi strada le prime immagini che raffigurano la Madonna in attesa del parto, in sintonia con il germinare dell’Umanesimo. Il crescente successo di questo motivo simbolico, culminato nella famosa Vergine dipinta da Piero
della Francesca, segue la soppressione dell’Ordine del Tempio avvenuta nel 1312. Secondo l’autore, queste Madonne alludono inequivocabilmente a una confraternita segreta, obbligata a nascondersi, che cela il mistero della Sapienza. Il fulcro dell’analisi si concentra sulla Madonna del Parto di Bellosguardo di Taddeo Gaddi (databile 1334-1348), forse la prima di quelle dipinte in Toscana, ancora visibile nella chiesa sorta nel ’600 su quel terreno e dedicata a San Francesco di Paola. Dello stesso autore, uscirà entro l’anno un saggio che indaga i nessi fra la Gioconda di Leonardo, la Venere di Botticelli e Beatrice di Dante.