Nella Firenze da bere l’amicizia resta un mistero
La Repubblica, 27-05-2020, Fulvio Paloscia
Raccontare un’amicizia con il ritmo incalzante della suspense. Cospargere il cammino del lettore di false partenze, illusioni fuorvianti che dissimulano i segnali della trasformazione di un rapporto di indissolubile cameratismo maschile in un amore imprevisto in un gelido temporale estivo. Ma, alla fine, altrettanto salvifico. Gioca con i generi – e lo fa in modo intelligente – il nuovo, ben congegnato romanzo della scrittrice e giornalista fiorentina Caterina Ceccuti, T’insegnerò la notte (Polistampa). C’è il giallo, c’è l’horror psicologico, il mélo. C’è il ritratto di un maschile irri
solto, che non accetta il beneficio del dubbio. Soprattutto se arriva catapultato da colui che fino ad un attimo prima era stato il miglior amico, a spezzare la vita in due. Adesso, scegli. Se non vuoi impazzire. Chris e Graziano sono due giornalisti che lavorano in una Firenze raccontata nelle sue strade antiche, nella sua socialità a tratti immutabile, ma anche come una città “da bere”. Due giovani sicuri e spavaldi, almeno in apparenza. Perché dentro Chris – l’amante volubile e frastornato, colui che si attacca alle donne nel momento del bisogno per poi congedarsene in fretta, contro il tempo,
come si fa con un articolo di giornale – qualcosa si rompe. Dopo una notte alcolica, nel buio del suo piccolo appartamento, intravede la figura di una donna. Una morta?
È la prima tappa di un gorgo interiore  che rischia di inghiottirlo, e che non ha appigli né nelle cure, né in Sandra, donna che usa e getta come un oggetto di poco conto: lei alla spericolata ricerca di una sicurezza sentimentale, lui sempre in bilico sulla voragine dell’incertezza. Sarà Graziano, che offre un rifugio quando tutto ormai sembra irreparabile, a sciogliere lo strano, “demoniaco” grumo interiore di Chris.