La Madonna del latte e la sacralità umanizzata
La Nuova, 21-09-2006, ––
Un tema particolare per un volume particolare: la presentazione martedì 26 settembre a Torino al centro servizi per il volontariato
Martedì 26 settembre, alle ore 21, al Centro servizi per il volontariato di via Toselli 1, a Torino, si parlerà di allattamento, ma di un particolare tipo di allattamento. Infatti Massimo Alfano, Sara Interra, Gian Giorgio Massara, Maria Luisa Reviglio della Veneria e Paolo Berruti presenteranno il libro Madonna del latte. La sacralià umanizzata, appena edito da Polistampa di Firenze.
A giudicare dalle tradizioni archeologiche, nell’antichità il modello ideale per porre in rilievo il rapporto amoroso tra la madre e il bambino, era costituito dalla figura della don
na che allatta, detta con termine greco kuorotrophos, molto diffuso in epoca arcaica e di cui si possiedono numerosi esempi.
Il significato materno della Madonna fu sempre evidenziato, in particolare (ma non solo) dopo il terzo Concilio ecumenico (Efeso, 431) che solennemente la affermò come “Madre di Dio” e quindi - ipso facto - madre. Dopo la sua figura “orante”, poi “odigitria” (addita come Salvatore il bambino in braccio), Eleusa (della tenerezza, nel mondo bizantino), Nicopoia (portatrice di vittoria, nel mondo romanico) e la Maestà (in trono, con Bambino e angeli, nel mondo gotico) ad annunciare una più sensibile funzione del materno compare la Madonna della Misericordia che intorno agl
i anni Trenta del Trecento pone la sua sacralità a difesa delle umani gente. Ulteriore evoluzione di questa umanizzazione del/dal divino saranno le varie Sacre famiglie quattrocentesche e poi, a traguardo concettuale di un percorso psicologico che è insieme logico/storico, le Sacre conversazioni del pieno Cinquecento ed oltre, con i vari santi delegati a rappresentare la concreta presenza dell’umano.
La nuova iconografia così venuta a configurarsi - la Madonna del Latte - appare emblematica di una dimensione religiosa che da una sacralità antica ed aulica giunge alla quotidianità rassicurante della famiglia in crescita, permettendo ed esprimendo nuovi investimenti affettivi del comune sentire.