Viaggio in Italia tra le vedute dipinte
Corriere fiorentino, 06-04-2019, Edoardo Semmola
Il Museo Horne e i suoi archivi. Si apre oggi la mostra-omaggio al Bel Paese con i disegni e gli acquerelli realizzati tra il Cinquecento e l’Ottocento da artisti in gran parte stranieri. Da Firenze a Roma, «souvenir» di bellezza. E dall’11 incontri con letture

Appariva così solitario, leggero e quasi sospeso nel vuoto della natura il ponte alla Carraia – o almeno così ci sembra se visto al confronto con l’urbanizzazione moderna – ritratto dall’allora trentenne inglese John Thomas Serres quando nel 1790 passò da Firenze nel suo Grand Tour di formazione, inviato dal celebre padre Dominc Serres per formarsi in storia dell’arte. E cosa dire della Cupola del Brunelleschi «sbirciata» tra le fronde alte di Bellosguardo che il valtiberino Remigio Cantagallina immortala in un disegno del 1630 creando tra le foglie degli alberi un cono visivo che quasi sembra far abbracciare la cattedrale in lontananza dalle fronde in collina. O ancora: il Monte Uliveto. L’acquerellista romantico John Robert Cozens nel 1783, anche lui nel pieno del suo Grand Tour di formazione, ne dà una raffigurazione poetica e solenne che ha contribuito a fare di Cozens uno dei paesaggisti più famosi di tutti i tempi. Questi tre esempi sono una parte dei molti bellissimi disegni e acquerelli tra realism
o e «capricci» (invenzioni verosimili basate sulla realtà osservata) che da oggi al 30 luglio animano una delle stanze del Museo Horne in via de’ Benci 6 a Firenze. Sono parte della mostra Souvenir d’Italie curata da Elisabetta Nardinocchi, direttrice del museo, e Matilde Casati, e realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio. Tutte opere provenienti dalla collezione di Herbert Percy Horne, collezionista e storico dell’arte inglese che scelse Firenze a inizio del Novecento per viverci e immergersi in quella «camera con vista sul miracolo di arte, vita e natura armoniosamente coniugate », come lui stesso definiva l’Italia – così ricorda Antonio Paolucci, ex ministro dei Beni Culturali e presidente della Fondazione Horne, nella presentazione del catalogo. Ci troviamo tre secoli di paesaggi, molti dei quali fiorentini e romani, visti principalmente dall’occhio di artisti stranieri (ma non solo perché ci sono anche quattro disegni del ve dutista veneziano Francesco Guardi per esempio) tra il 1500 e il 1800. Alcuni frutto di esperienze di viaggio, altri frutto di studi d’artista. È anche possibile intravedere, seppur in alcuni piccoli dettagli in lontananza, la cupola di San Pietro a Roma in costruzione in un disegno di Giovan Battista Naldini, le campagne rom
ane immortalate da Lorrain nel Seicento oltre ad alcuni acquerelli provenienti dall’album dell’architetto inglese Thomas Little, di cui troviamo alla collezione Horne centinaia di lavori. Per questa mostra il catalogo non si limita ai classici compiti di un catalogo tradizionale: quello che la Polistampa ha realizzato ha quasi il profilo di un racconto di viaggio, fatto di immagini e suggestioni, che va oltre le opere esposte in mostra per accompagnare il lettore alla scoperta di buona parte della collezione Horne. Anche questo curato da Nardinocchi e Casati con interventi di Paolucci, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Umberto Tombari e del soprintendente ad Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Firenze, Pistoia e Prato Andrea Pessina. «Durante la mia presidenza della fondazione Horne – ha detto Paolucci – mi piacerebbe riuscire a pubblicare e a rendere fruibile e conoscibile l’intero fondo grafico Horne, che annovera disegni di maestri come Raffaello e Tiepolo, Rubens, Vasari, e molte altre meraviglie». A corredo della mostra l’11 aprile, 9 maggio e 6 giugno alle 18.30 si svolgeranno gli incontri con letture A spasso per Firenze e dintorni: racconti di viaggio e viaggiatori stranieri a Firenze a cura di Enzo Fileno Carabba con la voce narrante di Giovanni Pruneti.