CULTURA / In un volume 96 documenti inediti di Giorgio La Pira
APcom, 27-09-2006, ––
Lettere di pace a Nasser, Arafat, Papa Giovanni XXIII
27-09-2006 16:42
Articoli a tema | Tutte le news di Spettacoli Firenze, 27 set. (Apcom) - 71 lettere e 25 altri documenti tra discorsi, interventi e articoli quasi tutti inediti, firmati da Giorgio La Pira: li ha raccolti Marco Pietro Giovannoni nel nuovo libro "Il grande lago di Tiberiade. Lettere di Giorgio La Pira per la pace nel Mediterraneo. 1954-1977", della casa editrice fiorentina Polistampa. Le lettere dello statista, religioso, ed ex sindaco di Firenze, rappresentano la testimonianza della sua azione per la pace in Medio Oriente. Tra i documenti portati alla luce, una lettera al presidente egiziano Nasser del 22 febbraio 1958, in cui La Pira parla della propria visione teologica e politica, e del proprio personale p
unto di vista sul ruolo dei tre monoteismi, in particolare dell’Islam. Il suo primo approccio con Nasser risaliva alla crisi di Suez, quando prende prontamente le distanze dai governi inglese e francese e, appoggiato anche da Amintore Fanfani, lancia un segnale di solidarietà al presidente egiziano, con coraggio e obiettivi di pace. Le missive di La Pira ad Arafat, anche queste inedite, documentano invece come egli sia stato uno tra i primi a non identificarlo come un terrorista, ma come leader di un movimento politico e necessario interlocutore di un progetto di pace: "Ecco la soluzione chiara, semplice - gli scrive, il 19 novembre 1970 - bisogna invitare il popolo palestinese al negoziato, attraverso il suo rappresentante qualificato: Arafat. Certo: bisogna partire dal fatto d
ella esistenza storica e politica dei tre lati del triangolo (da mihi factum, dicevano i giuristi romani): e su questo fatto costruire saldamente l’edificio della nuova storia, della nuova politica, della nuova missione di Israele e di Ismaele insieme avviati verso la comune politica mediterranea (liberata dalla "ipoteca dei grandi") che avrà vaste e profonde ripercussioni nella edificazione dell’Europa e del mondo!". Una visione di politica estera non sempre condivisa nemmeno dal vertice del suo partito: La Pira se ne duole in due lettere a Papa Giovanni XXIII del 4 e 29 gennaio 1960, entrambe inedite, dove lo statista dà la sua valutazione sulle vicende interne alla Democrazia Cristiana, accusandola di non aver seguito la politica estera di Fanfani da lui condivisa.