Fatti e misfatti dei venditori di medicine
Leggere:tutti, 01-11-2017, Andrea Coco
Quando entrano nelle sale d’aspetto degli studi medici l’attenzione si catalizza immediatamente su di loro. Sono ben vestiti, spesso eleganti, ma soprattutto portano con sé una valigetta o una borsa di pelle. È un oggetto che li qualifica subito, uomini o donne che siano, come appartenenti alla categoria degli informatori medico scientifici, noti anche come rappresentanti dei farmaci, o più semplicemente… come venditori di medicine! Per i pazienti in attesa sono un’autentica iattura perché “saltano la fila”, s’inseriscono tra un malato e l’altro (di solito ogni tre pazienti), la loro “visita” dura a lungo e sono quelli che guadagnano un ricco stipendio proponendo ai medici farmaci costosi no
n sempre efficaci.
Ma sarà poi così vero che la loro esistenza lavorativa (e umana) sia poi così ricca di soddisfazioni umane e professionali? Secondo Giuseppe Zanetti, artefice del libro Fatti e misfatti dei venditori di medicine si tratta, in verità, di un lavoro che nasconde mille insidie, oneri e onori di una professione tutt’altro che facile e sicura. Per certi versi assomiglia a una giungla dove il venditore di medicine, pur di riuscire a far ordinare gli ultimi ritrovati, deve affrontare pazienti poco pazienti, convincere i medici della bontà dei loro prodotti, quando, addirittura, non deve tendere imboscate ai più riottosi, pur di riuscire a parlarci.
E attingendo alla propria esperienza personale (ma non solo)
l’autore, che ha lavorato per molto tempo nel settore farmaceutico, descrive con toni agrodolci e con uno spirito caustico tutto bolognese il mondo ingannevole e selvaggio del business del farmaco. Un’analisi sincera dell’industria farmaceutica, in particolar modo degli informatori medico scientifici, che mette in luce i suoi meccanismi, le sue logiche aziendali, a volte fin troppo simili a quelli presenti in aziende di altri settori, meno vitali per la popolazione. Fatti e misfatti dei venditori di medicine è la narrazione ora indignata ora ironica ora commossa di un lungo viaggio professionale, iniziato nel 1973 3 terminato nel 2007, “nel mondo farmaceutico, tra luci e ombre, tra angeli e diavoli, tra pillole, meeting e camici bianchi”.