Il governo del dollaro
Rivista di studi politici internazionali, 01-02-2007, Giuliano Caroli
Con la progressiva disponibilità dei documenti degli archivi americani, la ricerca storiografica sta affrontando già da tempo problematiche relative alla politica estera statunitense degli anni Settanta, approfondendo aspetti particolari e correggendo interpretazioni di eventi e decisioni fatte nel passato.
È questo il caso del volume di Basosi che ricostruisce le vicende economico-monetarie dei primi anni Settanta, incentrate sulle ben note decisioni prese dal presidente americano Nixon il 15 agosto 1971 con lo sganciamento del dollaro dall’oro e la fine dell’era dei cambi valutari fissi. Una rivoluzione che mise fine al sistema di Bretton Woods, nato nell’autunno del 1944, che aveva regolato l’economia internazionale fino a quando la pesante situazione della bilancia dei pagamenti Usa e le difficoltà politiche ed economico-commerciali con l’Europa costrinsero Washington a porre fine al sistema monetario vigente e a rielaborare tutta la strategia politica americana nel mondo.
L’Autore, sull
a base in particolare dei documenti oggi disponibili del Ministero del Tesoro americano, indaga sui processi decisionali interni all’amministrazione Nixon fin dal suo insediamento per porre termine alla crisi economica indotta soprattutto dai costi della guerra vietnamita, soffermandosi sul lavoro di organismi ad hoc e sulla elaborazione di documenti e piani operativi. La profonda scissione tra gli interessi economico-monetari delle due sponde dell’Atlantico rivela un retroterra molto articolato, in cui spiccano alcune personalità chiave dell’amministrazione, da Henry Kissinger al segretario al Tesoro John Connaly.
La decisione, afferma l’Autore, fu soprattutto ‘politica’ e non solo economica, diretta a rilanciare la leadership occidentale degli Stati Uniti, ridimensionando il ruolo europeo e condizionando l’integrazione comunitaria. In quest’ottica le decisioni USA sembrano essere più il risultato consequenziale di molti anni di crisi e di incomprensioni nei rapporti euro-americani che la loro caus
a.
Gli Smithsonian Agreements raggiunti da Washington tra europei e americani nel dicembre dello stesso 1971 cercarono di recuperare il salvabile nei rapporti tra Stati Uniti ed un’Europa travagliata da una crisi economica e sempre più pressante, soprattutto in termini di inflazione, valorizzando – nel quadro del rinnovato protagonismo del Fondo monetario internazionale – alcuni punti di rifermento stabili nei rapporti valutari, come i diritti speciali di prelievo, e cercando di rendere meno fluttuanti i cambi. Lo sconvolgimento del sistema economico internazionale fu assorbito per il momento, ma non si fermò e altre tempeste si verificarono negli anni successivi, a partire dallo shock petrolifero e dalla crisi energetica del 1973-74. le decisioni del governo americano del 1971 furono determinanti anche per altri sviluppi, incidendo profondamente sullo stesso processo di integrazione politica ed economica della Comunità Europea, che comunque riuscì ugualmente a risollevare la testa e a proseguire la sua marcia.