Il Pinetum di Moncioni: quando il design incontra la natura
Top Life Magazine, 22-02-2016, ––
Per il terzo anno consecutivo Villa Gaeta ed il suo arboretum hanno aperto le porte alla creatività

Una delle più importanti collezioni di conifere, esotiche e indigene in Italia. Un mix originalissimo e unico al mondo in cui l’abete americano convive fianco a fianco con le sequoie e i pini dell’Appennino tosco-emiliano. Fondato nel 1853 da Giuseppe Gaeta, il Pinetum di Moncioni a Montevarchi (Ar) è oggi un’Area naturale protetta, che circonda la bellissima Villa Gaeta.
Dopo le prime due edizioni di “Artisti in residenza” il nuovo proprietario Bruno Boretti, aiutato da Silvia Fabbroni, Laura Moretti e Guido Pellegrini, continua a dare spazio ai giovani con l’esposizione “Pinetum 02 Innesti”, ambientata questa volta nello storico parco di Montevarchi.
Sono stati autorevoli esperti del settore (Vanni Pasca, David Palterer, Giulio Iacchetti) a scegliere e presentare tre promesse italiane del design (Mario Scairato, Sara Barbieri&Alessand
ro Schiavoni, Vittorio Venezia) che, dopo un soggiorno in situ, hanno imparato a conoscere il parco arrivando ad elaborare nove prototipi con esso perfettamente integrati.
Obiettivo del progetto è stato quindi il raggiungimento della fusione fra oggetto e palcoscenico naturale: l’innesto, impiantato e lasciato a “fruttificare”, deve trasformarsi con la natura ed il ciclo delle stagioni creando un continuum visivo ed emotivo per l’avventore, un rapporto simbiotico fra bosco e creazione umana.
Così sgabelli, altalene da meditazione, cerchi di luce e torce sospese, rigorosamente realizzati da artigiani toscani, si insediano con funzionalità e disinvoltura fra le secolari conifere.
Ogni pezzo sintetizza un sentimento dell’ideatore nei confronti del parco, inserendosi nel corpo vivo e plasmandosi in modo tale da crearne l’artificiale estensione. D’altra parte il Pinetum è luogo d’innesti fin dall’origine, nascendo dall’intuizione e
cologica di Giuseppe Gaeta, avvocato di Bettino Ricasoli.
Sebbene uomo di diritto e privo di conoscenze pratiche e botaniche, è la passione per le piante a guidarlo nella gestione della sua proprietà: nel 1858 impianta per la prima volta in Italia il seme dell’abete di Douglas o douglasia, conifera sempreverde diffusa soprattutto nelle regioni costiere d’oltreoceano. Le potenzialità della sua terra non tradiscono le aspettative, vince la vita e la specie trapiantata si equilibra nel nuovo ecosistema, divenendo input di veri e propri arboreti sperimentali nella zona di Vallombrosa.
Ecco allora che il concetto di reciproca integrazione viene aggiornato ai tempi, plasmato alle moderne esigenze ed utilizzato come forza propulsiva per restituire al Pinetum l’antico splendore. Così, finemente adornato dalle nuove leve dell’arte creativa diviene la tangibile dimostrazione che “tra funzione e ambiente l’orizzonte è la possibilità della poesia”.