Lea Monetti
La Toscana, 01-12-2015, Barbara Lombardi Santoro
Le opere della nota scultrice e pittrice toscana protagoniste del calendario Polistampa 2016

Lea Monetti è una di quelle donne che sembrano uscire da un mondo irreale, raffinata, elegante, con un dolce sorriso “genuino”. Sembra quasi intimidita dal fragore del successo intorno a lei. È una delle artiste più capaci che abbiamo in Italia. Ha frequentato la scuola d’arte, la scuola libera del nudo dell’Accademia di Firenze, i corsi di grafica dell’Accademia di Urbino. È esperta in tutte le tecniche pittoriche: il disegno, l’incisione, l’affresco e l’arte della scultura. Allieva di Pietro Annigoni, negli anni Sessanta ha partecipato alla “scuola della realtà”; successivamente, si è specializzata dal maestro Bruno Saetti nella tecnica dell’affresco strappato. È del 1986 una mostra al Cairo di affreschi staccati patrocinata dal Ministero degli Esteri. Nel 1989 ha cominciato a lavorare per lo studio di Remo Bianco, artista e noto esperto di pittura contemporanea, manager dei fratelli Bueno, di Squillantini e di Alinari. Da allora è stata presente a tutte le Esposizioni e agli eventi più rappresentativi dell’arte internazionale. Anche Vittorio Sgarbi l’ha voluta all’EXPO di Milano con l’opera “Eva 2000”, un bronzo che ha riscosso molto successo. Ha ricevuto molti riconoscimenti al suo valore artistico fra i quali dal Presidente della Repubblica la nomina a Commendatore ed il premio Paul Harris come socia del Rotary. Per il Soroptimist International è stata scelta come migliore scultrice ed ha realizzato il Trofeo Soroptimist. Non posso non citare le due magnifiche esposizioni tenutesi a Firenze all’Accademia dei Georgofili nel 2000 e quella a Palazzo Medici Riccardi nel 2013. Mo
lti collezionisti e stimatori d’arte si contendono le sue “magiche sculture”. Le mostre personali e le esposizioni a cui ha partecipato non si contano, ed ogni volta che ho avuto occasione di visitarne una o di trovarmi accanto alle sue “creature”, mi sono resa conto che questa donna “seria e senza fronzoli” ha la statura del “grande artista”. Il suo “femminismo” mai ostentato parla da solo nelle sue “opere” siano Eve Alcune sculture di Lea Monetti esposte nel 2013 nelle sale di Palazzo Medici Riccardi a Firenze in occasione della mostra personale “In principio fu Eva” siano Eve o Madri, nobili o plebee. Lei le guarda con lo stesso amore denunciandone spesso le violenze subite e il dramma continuo dell’essere “donna”. L’artista ci fa sapere: “Prediligo l’incontro a due nelle mie creazioni, quasi un dialogo muto fatto di sguardi e di silenzi, dove i volumi patinati catturano chi li guarda e penetrano dentro l’anima fino a possederne il cuore”. Sgarbi, che la presentò l’anno scorso a Pontassieve, ebbe a dire che “il grande coraggio di Lea sta proprio nell’innocenza delle sue forme, nel non farsi ricattare o intimidire dalle provocazioni dell’arte contemporanea”. Quando l’ho presentata a Mauro Pagliai per il quale ho scritto vari libri, il noto editore fiorentino l’ha subito voluta come artista per il Calendario 2016. Sarà questo il diciannovesimo calendario che entrerà nelle case dei fiorentini portando l’augurio di un anno felice e pieno di speranza. Dopo i calendari di Marcello Guasti (1997), Polles (1998), Enzo Faraoni (1999), Sergio Scatizzi (2000), Silvio Loffredo (2001), Facchini, Ghelli, Maranghi, Nesi e Possenti (2002), Elena Salvaneschi (2003), Luc
iano Guarnieri (2004), Pietro Annigoni (2005), Giampaolo Talani (2006), Paolo Frosecchi (2007), Romano Stefanelli (2008), Luca Alinari (2009), Giuseppe Gavazzi (2010), Marcello Scuffi (2011), Fernando Farulli (2012), Anna Maria Bartolini (2013), Antonio Manzi (2014) e Paolo Staccioli (2015) toccherà ora a Lea Monetti. Questo calendario avrà un taglio tutto particolare: sarà fatto da una donna, ci saranno solo sculture ed infine sarà presentato in un curioso luogo: nella sede della casa editrice Polistampa in via Livorno 8/32 a Firenze, oggi una delle più grandi realtà editoriali toscane. La sede operativa è strutturata su una superficie di oltre 4000 mq suddivisi fra redazione, prestampa, tipografia, legatoria e magazzini. Nei locali che servono normalmente a stivare le scatole dei libri stampati pronti per essere messi sul mercato, i meravigliosi manufatti della Monetti dialogheranno fra loro, accarezzati da luci soffuse e sapientemente armonizzate. In un crescendo di pieni e vuoti, di chiarore e di ombra, racconteranno ai fortunati osservatori la “ storia della loro vita”. Da tutte le parti arriveranno gli amici della Polistampa, perché ormai la presentazione del calendario Pagliai è diventato un evento importantissimo nella nostra città e possedere quell’oggetto che, sfogliato ogni mese, permette di vedere tanta bellezza e armonia, è davvero un dono che tutti desiderano possedere. San Francesco diceva: «Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani la sua testa e il suo cuore è un artista». Senza dubbio Lea Monetti lavora con tutte e tre e a noi non resta altro che dirle “grazie Lea, artista meravigliosa” ed augurarle un futuro radioso.