Tito Barbini, il politico che non t’aspetti viaggiatore dalla Patagonia all’Alaska
L’Unità, 18-06-2006, Vladimiro Frulletti
«Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi. La locomotiva ha la strada segnata il bufalo può scartare di lato…» (Buffalo Bill, Francesco De Gregori). Un politico di professione è come una locomotiva. Almeno nella Rossa Toscana. Almeno per chi è cresciuto nel Pci. Se ha voglia (e stoffa) ha la “strada segnata”. La militanza nei gruppi giovanili (una volta c’era la Fgci), poi l’impegno nel proprio comune: consigliere, assessore e sindaco. A cui di solito segue il livell
o provinciale e infine (se riesce a resistere) il salto in Regione. Poi se tutto va bene si arriva anche a Roma. Ma qui è come nel pallone ne partono mille, ne arrivano una manciata. Tito Barbini nella sua “precedente” vita ha fatto questo viaggio. Poi alla penultima stazione, dopo anni passati a fare l’assessore regionale, s’è fermato e ha scartato di lato. Ha salutato tutti e se n’è andato in giro per cento giorni dalla Patagonia all’Alaska. Di questo lunghissimo viaggio ne ha s
critto un libro pieno di racconti e storie. Soprattutto la sua. Il libro Le nuvole non chiedono permesso (edizioni Polistampa) verrà presentato domani a Arezzo alle 17 nella Sala dei Grandi della Provincia.
Oltre all’autore ne parleranno la presidente dell’editrice de l’ Unità Marialina Marcucci (già collega di Barbini nella giunta regionale guidata da Vannino Chiti), il giornalista Paolo Ciampi (che ha curato la prefazione) e l’assessore provinciale alla cultura Emanuela Caroti.