Più del tuo mancarmi
Il primo amore, 18-02-2014, Sergio Nelli
Sono diventato un lettore di Emiliano Gucci dopo l’incontro con il suo L’umanità (Elliot, 2010), un romanzo bello e originalissimo nella trama e nella scrittura. A distanza di un anno dall’uscita diNel vento (Feltrinelli, 2013), Emiliano propone in libro quattro suoi racconti apparsi sulla rivista “Confidenze”, più un inedito. La raccolta s’intitola Più del tuo mancarmi (Noripios, Firenze, 2014) e se da una parte presenta qualche traccia di una scrittura occasionale e “nata sotto una stella comune”, come dice l’autore in una nota finale, mi pare che riesca nondimeno a cogliere benissimo una seconda possibilità. Dei cinque racconti, tutti su amori alla ricerca di una sopravvivenza, l’inedito L’albero, mi sembra quello più vivace e arioso, quello in cui si incontr
a l’impronta originale di uno scrittore capace di raccontarne una trama sempre aggrovigliata di sentimenti. Il primo, Apri quella porta , è un capolavoro. Un uomo, dopo dodici anni, si ripresenta alla porta della donna che ha lasciato perché vuole ricominciare. Sa che la donna si è separata, che ha un bambino e che ora è sola, come lui. La donna non apre la porta, rifiuta ogni contatto, rifiuta con sdegno e orrore. Strilla, piange, batte i piedi, lancia cose dalla finestra per scacciarlo ed è colpita da tutto quello che l’uomo sa di lei, come se in tutti quegli anni egli non avesse smesso di tenerla d’occhio. Ma nonostante la risolutezza del rifiuto, l’assedio continua, prima persecutorio, poi sempre più insinuante... La stanchezza, la nostalgia delle cose perdute sembra sciogliere entrambi, finché... Non vog
lio rivelare il finale, ma il pregio grande del racconto consiste in un’essenzialità e in una perfetta coerenza del dialogato e nel fatto di delineare con lucidità la disparità fra fantasie amorose e realtà, in uno smascheramento del sentimentalismo e delle sproporzioni che esso mette in campo. E’ il di più di questo racconto e il taglio di luce sghemba che sorveglia questo libro di amori. Il cui titolo è dettato da uno dei protagonisti che scrive appunti in macchina, su foglietti adesivi, quando si ferma e ha l’ispirazione. Il naso di tua moglie: ideale per saltarci con l’asta , scrive a un collega lasciandogli i il post-it sul monitor del computer. Fermata d’autobus infame specchio rotto sul baratro del mio presente, scrive. E anche: Il tuo non esserci è vero più del tuo mancarmi.