Arriva “La Mappa”, il giallo ambientato nella Certosa del Galluzzo
Metropoli, 10-01-2014, Matteo Merciai
Intervista con Franco Ciarleglio, autore del testo e appassionato di storia e leggende del territorio toscano

Apprezzare Firenze per la sua manifesta magnificenza storico-artistica risulta facile ai più. Amarla sì tanto da farne il centro dei propri studi, divulgandone aneddoti della storia “minore”, è merito di pochi “bischeri”. Tra questi, un posto di rilievo spetta a Franco Ciarleglio (nella foto), lo “strusciaiolo” di Firenze e da oggi anche della Toscana. Franco, classe 1949, nato nel comune di Vinci e laureato in Giurisprudenza è una sorta di antico cantore che usa voce e penna per comunicare una Firenze che sfugge ad opuscoli ed itinerari turistici. Ve ne diamo un piccolo assaggio: “La Loggia del Porcellino, era famosa perché vi veniva eseguita una delle più umilianti condanne: “l’ acculata”! Era una pena prevista per falliti, frodatori, debitori e falsari. Il condannato veniva tradotto all’interno della Loggia e i giudici del Bargello provvedevano a “rompere” materialmente il “banco” dove il poveretto lavorava. Con quel gesto il fallito non aveva più il diritto di esercitare il mestiere di mercante. Da qui, deriva il termine moderno
di bancarotta.” Storie, suggestive, rintracciabili nei libri di Ciarleglio come “Lo Struscio Fiorentino”, il “Canto dei Bischeri”, “La Mappa”. Proprio quest’ultimo titolo, pubblicato nel 2013 (Sarnus Editore) e trovabile online e nelle librerie cittadine, interessa il Galluzzo ed in particolar modo lo splendido pezzo di storia che osserva dall’alto, per bellezza ed ubicazione, l’intera frazione: il Monastero della Certosa.
Ci parli de “La Mappa” e della scelta di ambientare il romanzo nel monastero cistercense.
«La Certosa mi sembrava il luogo più adatto per questo tipo di vicende, tra il giallo e l’avventuroso. Io amo quel luogo di culto ed occulto e ho cercato di ricreare le magiche atmosfere, gli enigmi e i misteri che la caratterizzano e che provo ogni volta che la visito.
Di cosa tratta l’opera?
«Nel monastero della Certosa di Firenze viene ritrovata una pergamena con undici misteriose figure, apparentemente senza senso e connessione fra loro. Il documento, custodito dentro un codice trecentesco, si rivela essere una vera e propria mappa. Inizia così una sfida alla comprensione del mistero che, a ritroso nei secoli, obbliga i protagonisti a ripercorrere
il lungo cammino di sconosciuti fuggiaschi fino a svelare un’imprevedibile verità».
Anche ne “La Mappa” è possibile scontrarsi con leggende del nostro territorio?
«Ovvio. In tutti i miei lavori cerco di promuovere la fiorentinità e la toscanità, sia nei libri specifici sia nei romanzi (tra cui Il Lato Buio del Giardino, di prossima uscita)».
Prima l’ho definita, da oggi, uno strusciaiolo Toscano, oltre che Fiorentino. Ci spieghi perché.
«Stasera, alle 21 al Circolo Andreoni di Firenze, si terrà la presentazione del mio ultimo libro, “Lo Struscio Toscano”, naturale prosecuzione del “Lo Struscio Fiorentino” e de “Il Canto dei Bischeri”, proiettato al di fuori delle mura fiorentine. Ho diviso la Toscana in sei “territori storici” (Fiorenza, Lucca, Pisa, Maremma, Siena e Arezzo) alla ricerca di antiche leggende, storie curiose, fantasmi, tradimenti, diavoli tentatori e burle tramandate da padre in figlio, di generazione in generazione». Se poi non amate la lettura, tranquilli, Ciarleglio ha pensato anche a voi, organizzando le “passeggiate degli strusciaioli”: un altro ricco modo per apprendere e tenersi in forma.