De pictura
Medioevo Latino, 01-07-2013, ––
Il volume offre l’edizione critica del De pictura in volgare dell’Alberti, versione tradotta dal latino dallo stesso autore. La pubblicazione del testo è preceduta da una premessa (pp. 37-58), nella quale, oltre a qualche cenno biografico, si ripercorrono i momenti di stesura delle varie opere in latino per poi soffermarsi sulla scelta del volgare e in particolare sul De pictura. L’Autore esamina l’opera, i suoi destinatari, l’ambiente in cui è stata concepita, la sua fortuna. La parte introduttiva che segue (pp. 61-199) è dedicata ai manoscritti e alle edizioni a stampa; comprende una discussione sulle tes
timonianze manoscritte, i criteri di edizione e le note critiche. La versione volgare del De pictura è tramandata dai seguenti codici: Firenze, BNC, II.IV.38, ff. 120r-136v; Paris, BNF, it. 1692, ff. 1r-30v; Verona, Bibl. Capitolare, CCLXXIII. Di ognuno l’Autore offre una descrizione dettagliata e la bibliografica. Si discute poi delle varianti dell’opera tramandata dai tre codici, si fornisce una serie di tavole sinottiche, si presentano alcune ipotesi stemmatiche, privilegiandone infine una (stemmata codicum alle pp. 104, 111 e 152). Il volume propone un commento linguistico (pp. 325- 428) e un’appendice nella quale l’Autore
introduce e pubblica un esercizio che «è una sorta di corollario geometrico a quanto Alberti riteneva di aver sufficientemente dimostrato ai paragrafi 5- 8 del Libro I» (p. 437) del De pictura. Si tratta di un testo intitolato, su suggerimento di F. Camerota - che ne offre un commento scientifico e una ricostruzione grafica alle pp. 437-47 - Dimostrazione dell’operare congiunto della distanza e del raggio centrico, riportato da tutti e tre i manoscritti del De pictura volgare. Il volume si conclude con l’indice dei manoscritti citati (pp. 451-2), l’indice linguistico (pp. 453-62) e quello dei nomi (pp. 463-71). (M.T.)