Laura Orvieto fra storia di sé e del mondo
Il Giornale, 12-09-2013, Silvio Ramat
Molti fra i ragazzi che presero gusto alla lettura nell’immediato secondo dopoguerra seppero di Achille e di Agamennone, di Elena e dell’assedio di Troia non dai poemi di Omero ma da Storie della storia del mondo. Greche e barbare. L’autrice era una signora ebrea trasferitasi a Firenze dalla Lombardia: Laura Cantoni (1876-1953), dal 1899 Laura Orvieto. Ma quelle Storie, dove in un linguaggio moderno e chiaro, a uso e svago dei due figli, la Orvieto rinarra immortali episodi del mito e dell’ epos, non risalgono agli anni ’40, bensì al 1911. Né Laura aveva firmato quell’unico libro; scrittrice di relativamente lungo corso, le sue opere uscivano presso i Bemporad, ottimi editori fiorentini. A Firenze, nell’autunno del 2011, le ha dedicato un convegno; se ne leggono ora gli Atti nel
quadrimestrale Antologia Vieusseux: Laura Orvieto. La voglia di raccontare le «Storie del mondo» (Polistampa, pagg. 180, euro 20). A cura di Caterina Del Vivo, è apparsa nel 2001 la Storia di Angiolo e Laura: preziosa, purcon gli arbitri nei quali un’autobiografia incorre fatalmente. Parecchi suoi dati rimangono certi e significativi, a partire da un giovanile (1907) abbozzo di «romanzo popolare», Leona da Rimini, dove i temi del matrimonio misto e dell’osservanza delle pratiche religiose inquadravano alcuni rischi di isolamento degli ebrei.Poi, col fascismo e le leggi razziali, le difficoltà di una dignitosa esistenza e di una sopravvivenza degli israeliti in Italia acquistano un drammatico risalto. Lionella Viterbo ne documenta oggi le fasi, che registrano iniziative utili e memorabi
li, come quella «casa dei bimbi» che sino all’8 settembre1943 ospita un dicscreto numero di piccoli ebrei ai quali si fa scuola malgrado tutto. Li si sfama attingendo alle residue risorse della famiglia Orvieto. Nell’aprile ’45, a guerra sì e no conclusa, Laura fonda un periodico non conformista, La settimana dei ragazzi, che dura quasi tre anni. E fra i suoi titoli spicca una «fantasia grammaticale», analizzata qui da Roberta Turchi: Il viaggio meraviglioso di Gianni (edito postumo anch’esso: 2007). A un ragazzo insofferente delle grammatiche tradizionali vengono in aiuto i vari elementi del discorso: mutati in Personaggi, recitando una scena divertente che somiglia a un lungo sogno lo convincono dell’unità e della bellezza di quella altrimenti odiosa disciplina.