In vacanza? Leggete i grandi dimenticati
L’Avvenire, 20-07-2013, Roberto Carnero
Ma chi sono questi scrittori dimenticati? Sono narratori eterodossi, irregolari, relegati al dimenticatoio da un critica accademica e da una storiografia letteraria incapaci di comprendere quei fenomeni che esulino dalle loro categorie di riferimento. Sono scrittori – come denunciava anni fa Giuseppe Bonura – che una certa memoria corta che caratterizza il mondo dell’editoria dimentica di valorizzare, magari a tutto vantaggio dell’operina dell’ultim’ora, del’“instant-book” che vende be
ne ma dura poco, del romanzo dello scrittore giovane che racconta cose attuali ma che non sa scrivere. A volte la ragione di un certo pregiudizio è l’identità cattolica. Proviamo a fare alcuni nomi, che possono valere come suggerimenti per una riscoperta. Giuseppe Papini, con il romanzo di formazione «Un uomo finito» e con la sua ancora bellissima «Storia di Cristo». Cesare Zavattini, grande sceneggiatore del nostro miglior cinema neorealista (dal suo sodalizio con De Sica usciranno capolavori q
uali «I bambini ci guardano», «Ladri di biciclette», «Miracolo a Milano»), ma prima ancora narratore: ricordiamo il suo romanzo d’esordio, apprezzato persino da Croce, «Parliamo tanto di me». Carlo Cassola, un tempo scrittore molto fortunato , prima che la Neoavanguardia lo accusasse di essere una “Liala”, cioè un narratore corrivo e banale. Non lo è affatto: basterebbe rileggersi il romanzo post-resistenziale «La ragazza di Bube».