Claudio Caponi, Gli Angiolini. Storia di una famiglia pratese dal Medioevo al Novecento, Firenze, Carlo Zella Editore, 2013
Camicia Rossa, 01-05-2013, Guglielmo Adilardi
Claudio Caponi, già saggista noto per aver contribuito alla ponderosa Prato, storia di una città sotto l’egida di Fernand Braudel e per altre numerose ricerche di storia locale, si è cimentato con questo saggio su vicende di largo respiro temporale inerenti la gamiglia Angiolini, abbracciando un periodo che dal Medioevo giunge al Novecento.
Il capostipite della famiglia viene fissato in Bernardo Angiolini, vissuto nei primi decenni del Duecento, per proseguire con Monte di Andrea, il fattore di Francesco Datini. In seguito la famiglia si impegnò n
ell’industria tessile di Prato creando una lunga sequela di gualchierai fino all’ultimo discendente degli Angiolini “follatori”, Bartolomeo, il cui primogenito, Niccola (1805-1880), inizierà la serie familiare dei medici.
Costui fu uno dei protagonisti del Risorgimento pratese; amico dei democratici Mazzoni, Cironi e Martellini, sarà più volte soggetto alla repressione granducale.
A lui farà seguito nella discendenza il popolarissimo Antonio Angiolini, medico dei poveri, deputato del Collegio di Prato per sei legislature e p
ropugnatore della ferrovia per Bologna, la “direttissima”, il quale nel 1919 non si presenterà più alle elezioni in quanto il suo “interventismo” e nazionalismo lo avevano allontanato dal voto popolare.
Questa storia non è e non vuol essere nelle intenzioni dell’Autore soltanto una storia di “famiglia”, ma uno spaccato della vita cittadina e nazionale, considerato il grandangolo con cui il Caponi osserva i principali protagonisti della vicenda durata secoli con lo stile sobrio e avvincente che gli è proprio.