Avanti piano, anzi fermi
Corriere fiorentino, 15-06-2013, Gaspare Polizzi
In un libro tanto chiaro quanto utile (La tranvia e la città, Polistampa, Firenze, 2013), Giuseppe Matulli, vicesindaco di Firenze dal 2002 al 2009, offre una testimonianza della sfida che lo portò a gestire nella giunta guidata da Leonardo Domenici la realizzazione dell’impresa. Matulli racconta il «terrorismo psicologico» diffuso contro il tram, le polemiche più diverse sulle corsie riservate, sulla riduzione dei posti auto, sul taglio degli alberi, fino alla q
uestione del passaggio da piazza Duomo. Oggi è facile dire che le «evidenti ragioni di buon senso» agitate da quell’opposizione intransigente sono diventate gli indiscutibili vantaggi della linea 1. Matulli mette a disposizione dei cittadini una riflessione sui problemi del trasporto urbano e sulle motivazioni di quell’iniziale progetto fiorentino. Il rapporto tra la linea 1 e le altre due è talmente stretto, che senza una loro rapida realizzazione l’intero
rimodellamento complessivo della mobilità fiorentina è destinato a fallire. Mentre l’ipotesi di interrare in parte o completamente le nuove linee (più una metropolitana che una tranvia) sembra difficilmente praticabile per i maggiori costi. In ogni caso, come ricorda nel libro Matulli, «sono i nostri movimenti a modellare la città»: la tranvia è anche una direttrice di mutamenti economici, sociali, culturali dell’intero tessuto urbano.