Il Popolo va agli Uffizi
Leggere:tutti, 01-05-2013, Carla Iannacone
Poesia, musica e filosofia sono i tre ingredienti che compongono questo libro di Marco Teglia. Già il titolo la dice tutta: gli uffizi sono gli uffizi di Firenze, città d’arte e poesia per eccellenza che la collana della Polistampa raccoglie nell’edizione Sarnus.
Nel testo c’è molto più che un racconto. Si parte con la nascita di Guerrino Archioni, contadino e bracciante scapolo, narrando vicissitudini e storie che compongono la sua vita immersa in una ambientazione dal sapore bucolico, fino al punto che la dimensione del reale, s
fiorando quella del fantastico, evoca i confini del fiabesco.
Nelle pagine di Teglia si scopre per la prima volta la vera natura del popolo nella sua essenza primitiva e campagnola: il popolo che lavora nei campi, che suda e fatica una vita infrattata negli anni tra le guerre, il popolo che parla il dialetto, il popolo che beve vino e assapora i frutti del suo raccolto; il popolo che si innamora, che suona il trombone e recita a memoria i poeti antichi, il popolo che si ammala, che è un appassionato cercatore di bellezza e difensore degli animali. E questa figura del &
ldquo;Popolo” è incarnata in Guerrino, una figura così affascinante da essere rimasta celebre nei racconti popolari della Valdinievole.
È attraverso la vita di questo bizzarro personaggio che l’autore dipinge il popolo nella sua malinconica quotidianità, ogni giorno la sua vita è un’avventura, a volte patetica, a volte buffa, altre eroica. Ogni giornata di Guerrino è un racconto, i capitoli del libro sono albe e tramonti, ricamati con note sentimentali e comiche, venate di un’antica saggezza, appunto, popolare.