Alla ricerca dei giochi perduti. Un libro di Vittoriano Innocenti edito da Polistampa
Il Corriere di Firenze, 20-03-2006, Riccardo Cardellicchio
C’erano una volta il girotondo e il tiro alla fune e lo sbarbacipolle e lo schioccapalle e un centinaio di altri giochi che ora non ci sono più. Li ritroviamo nel libro di Vittoriano Innocenti, curato da Tiziana Vivarelli, "Si giocava a Schioccapalle. Giochi, giocattoli e passatempi della tradizione toscana" (Polistampa, pagg. 299, euro 12).
Sfogliando il libro, con un velo di nostalgia, emerge evidente il divario esistente tra giochi di oggi, elettronici, e quelli del passato, caratterizzati dalla semplicità.
Dalla memoria dell’autore emerge l’imm
agine suggestiva di un mondo cronologicamente prossimo al nostro, ma culturalmente molto lontano. "Le storie, le novelle, le filastrocche che i nostri anziani ci raccontavano con grande passione - scrive Innocenti - ci hanno fatto vivere, seppur nella miseria, un’infanzia bellissima e piena di ricordi sani, grazie all’insegnamento prezioso che abbiamo ricevuto: che qualsiasi oggetto ci capitasse tra le mani fosse utile per giocare".
Per i bambini di un tempo fare e giocare si mescolavano, si sovrapponevano, sostenuti, soprattutto in campagna, da un ambiente s
traordinariamente ricco di materiali e di occasioni. Giochi semplici con cui, però, i bambini scoprivano il mondo e liberavano la fantasia".
Ma cos’era lo schioccapalle del titolo dell’Innocenti? Era un’arma ad aria compressa, molto ingegnosa nella sua semplicità: in un cilindro di legno di sambuco scorreva uno stantuffo di castagno, mentre come proiettili venivano utilizzate olive o coccole d’alloro. E che battaglia ci venivano nei pomeriggi d’estate, la scuola alle spalle e davanti giorni e giorni di divertimenti all’aria aperta.