Poesia, quando Parronchi leggeva se stesso
L’Avvenire, 20-04-2012, ––
«L’idea di questo commento / è sbagliata. Le poesie vanno / pubblicate da sole». Sono le prime parole di un blocco di fogli dattiloscritti rinvenuti nella casa di Alessandro Parronchi (1914-2007) da Emanuele Spano, uno dei maggiori studiosi del poeta fiorentino. Il documento inedito, in cui parronchi c
ommenta alcune sue liriche giovanili, viene pubblicato assieme alla raccolta del 1941 «I giorni sensibili» in un volume intitolato «Riappari in forma nuova» (Mauro Pagliai, pp. 104, euro 10) con un saggio di Silvio Ramat.
L’autocommento era stato pensato per «Un’attesa», ope
ra edita nel 1962 in cui il poeta fiorentino, voce, con Mario Luzi, della grande stagione dell’ermetismo, riuniva le sue raccolte degli anni ’40. Come scrive Ramat: «il commento trascende la propria mansione servile, funzionale, per assumere l’arcana autonomia di un testo, a sua volta, creativo».