La pubblicità vintage di Esclapon dalla cera Liù all’Amaro Averna
Il Tirreno, 16-03-2012, Gabriele Rizza
La pubblicità è l’anima del commercio. Vecchio slogan sempre valido. I mezzi cambiano. La fotografia pubblicitaria, la cartellonistica, di questi tempi via Internet, fa un po’ vintage. Ma conserva intatto il suo fascino e la sua forza di “persuasione”. Lo si vede bene nella mostra “Un po’ artigiani un po’ pionieri” a cura di Silvia Corradini che esplora l’attività e la figura di Pier Luigi Esclapon, una professione svolta fino agli anni ’90 che segna una tappa importante nella prolifica storia della fotografia fiorentina e colloca la città in una posizione non marginale per quanto r
iguarda l’attività di marketing, destinata di lì a poco a dettare le sue leggi sull’intera economia nazionale.
Esclapon fotografava soprattutto i prodotti della sua terra, ma non solo. Molti suoi scatti sono entrati nella storia e nell’immaginario della pubblicità. Come Alighiero Noschese testimonial della cera Liù, la matita ricaricabile Minamì o i prodotti dolciari della Sapori. E poi i marchi vinicoli, etichette che hanno fatto il giro di giornali, riviste, brochure, Chianti Gallo Nero e Putto, aziende come il Castello di Ama, Brolio, Santa Cristina, Greve Pesa, Aiola, Fontana Fredda, Ruffino, e poi le famig
lie Folonari, Ricasoli, Antinori.
Nel suo paniere di lavoro trovano posto anche l’acqua Cintoia, il caffè Vecchina, l’Orzolì, il Gill Tea, l’Amaro Averna, il Pongo e la creta per bambini Das, le pistole e i fucili di Benelli e Beretta, la Mukki Latte, il Tonno De Rica, il cotto del Ferrone. Emerge la figura di un artigiano molto particolare, per molti versi autodidatta, che del mezzo fotografico ha saputo cogliere aspetti molto attuali rispetto all’epoca in cui operava. Organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze resta aperta nello spazio di via Bufalini fino al 9 settembre. Catalogo Polistampa. Ingresso libero.