«Ucci Ucci». Fiabe da cucinare e colorare
La Nazione, 19-02-2012, Massimo Biliorsi
Divertente volume curato da Lippi

Non abbiamo mai creduto che i cosiddetti libri per bambini non siano poi adatti ad ogni generazione: basta avere il cuore giusto, uno spirito libero e tanta voglia di sognare. Così è sicuramente per «Ucci Ucci. Fiabe da cucinare e colorare», una divertente pubblicazione curata da Donatella Lippi, ed edita dalla Casa Editrice Sarnus. Si va oltre l’invitante copertina: il mondo della fiabe viene rivisto e ripensato attraverso il gusto, attraverso l’universo e il microcosmo gastronomico. Nulla di più invitante per i bambini: la magia ama raccogliersi attorno ad una tavola imbandita, si intende, la magia buona, quella che ci ricorda le ca
se accoglienti dell’infanzia, da dove si può spiare un mondo esterno fatto di luce e di buone presenze. Un libro scritto con l’amore verso le buone cose: non c’è poi tanta differenza, si spiega nelle note, fra la cucina di contadini e la cucina di re: la fiaba gioca tra l’esaltazione della frugalità e l’apoteosi della ricchezza, fantastica di tavole imbandite e pietanze raffinate. Dallo sfarzo delle mense regali alla modestia di quelle di campagna, nelle fiabe vive una cucina autentica, fatta di alimenti concreti, di sapori conosciuti, di odori e di profumi, ma anche una cucina sognata, impastata di ingredienti di fantasia e di sogno. Un libro scritto «come si faceva
una volta» e allora va anche letto, interpretato e fatto vivere ancora come una volta, regalando ai piccoli quei riti magici che fanno parte dell’amore per cucinare, riproponendo dietro ai piatti quelle figure che non muoiono mai. Così possiamo, ecco il riferimento al nostro mondo dei chiamati adulti, ritrovare quei classici senza tempo da Perrault ai fratelli Grimm per ricette prodigiose che non sono soltanto buone, ma guariscono da malattie rare e fantasiose, soprattutto ci offrono una vitaminica cura di sana fantasia, mettendo tutti sullo stesso piano, sovrani alle prese con nozze principesche e contadini che aspettano di nuovo il levar del sole. Insomma, tutto degli immutabili cicli della terra.