Ermetismo e Cristianesimo in Agrippa
Studi Medievali, 01-07-2011, ––
È pubblicata, con testo italiano a fronte, l’edizione ‘princeps’ del De triplici ratione cognoscendi Deum di Cornelio Agrippa di Nettesheim (1486-p. 1535), comparata con la seconda edizione e con il manoscritto 16625 della Biblioteca Nazionale di Francia. L’edizione filologica, introdotta dall’ampio saggio di Vittoria Perrone Compagni su Ermetismo e Cristianesimo nei primi scritti di Agrippa e preceduta da una nota di Laura Regnicoli sul manoscritto parigino, è corredata da un me
ticoloso apparato critico, da un elenco delle sigle e abbreviazioni e da un indice dei nomi. La fortuna dell’ermetismo nella cultura rinascimentale ha uno dei massimi esponenti in Cornelio Agrippa, autore della celebre trattazione del sistema magico De occulta philosophia, e dell’aspra confutazione della scienza umana De incertitudine et vanitate scientiarum et artium. Vittoria Perrone analizza l’apparente paradosso di un ‘mago scettico’ alla luce delle categorie filosofiche e religiose dell&r
squo;Asclepius ermetico, che influenzarono profondamente la formazione di Agrippa. Già nelle sue opere giovanili egli proponeva una riforma ‘teologica’ del sapere, attribuendo al filosofo il compito di una guida religiosa e di collaboratore di Dio nella cura del mondo. Nel trattato qui proposto in edizione critica la contrapposizione, in nome del modello culturale ermetico, alla tradizione scolastica e alle istituzioni religiose assume quasi il vigore di una contestazione, per così dire, politica.