La via filosofica di Ermete
Studi Medievali, 01-07-2011, ––
Attraverso un’analisi sistematica e puntuale del trattato filosofico Asclepius, viene evidenziata la coerenza e l’unitarietà delle linee espositive di un’opera che la maggior parte degli studiosi consideravano fino ad oggi disorganica e contraddittoria. L’Asclepius (IV secolo) è la traduzione latina del testo ermetico Discorso perfetto. Circolò fra le opere
di Apuleio di Madaura riscuotendo grande fortuna in Occidente e, dalla tarda antichità fino a tutto il Medioevo, alimentò l’interesse per la filosofia ermetica e rafforzò il mito del leggendario Ermete Trismegisto, depositario di una antichissima e arcana sapienza. L’Asclepius non è un trattato iniziatico, non uno scritto didattico-pedagogico e nemmeno una compil
azione, ma una rivisitazione della tradizione risalente a Ermete orientata verso un preciso orizzonte concettuale. L’autore sembra rivendicare un “diritto di innovazione” pur nel rispetto della tradizione, sforzandosi continuamente di inserire tesi ermetiche anche opposte in un’architettura che però le lega l’una all’altra con un ordine speculativo coerente.