Quando Pistoia era un’officina di libri
La Nazione, 01-12-2011, ––
Ripercorrere la storia dei volumi realizzati a Pistoia tra il XII e il XV secolo, con esempi di opere compiute in uno dei periodi più floridi della nostra cultura. È un progetto editoriale affascinante, realizzato dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia come strenna di quest’anno. Già dal titolo, «Pistoia, un’officina di libri in Toscana dal Medioevo all’Umanesimo», si rileva il forte accento evocativo dell’opera, come sottolinea il presidente della Cassa, Gabriele Zollo: «Il libro ripercorre le fasi e gli innumerevoli esempi di una prolifica attività artigianale ed artistica. Un lavoro che si realizza con perizia tecnica e con l’utilizzo di materiali ormai sconosciuti».
Il volume, che sarà presentato domani alle ore 17 nella
sala conferenze dell’Antico Palazzo dei Vescovi, intende affrontare con sistematicità la rilettura delle vicende culturali della città attraverso uno strumento privilegiato qual è la produzione del libro dal Medioevo all’Umanesimo. Presenteranno il volume Giulia Orofino (Università degli studi di Cassino), Carlo Sisi (Museo Marino Marini di Firenze) e Stefano Zamponi (Università degli studi di Firenze).
L’opera, edita da Polistampa, si sviluppa su 460 pagine. I contenuti più squisitamente storico-artistici sono affrontati nei saggi di Ada Labriola, Enrica Neri Lusanna e Cristina De Benedictis, mentre a Michele Manganelli è affidata la disamina degli aspetti musicali e liturgici. Il saggio di Paolo Peri, inoltre, offre indicazioni puntuali sugli aspetti
tecnico-materiali che sovrintendono alla realizzazione di un libro. Imprescindibile corredo ai saggi, il ricchissimo catalogo dei codici selezionati e schedati da giovani storiche dell’arte: Francesca Rafanelli, Cecilia Corsini e Veruska Pieroni. Il risultato è quello di un lavoro corale ben orchestrato dal curatore Giancarlo Savino, valorizzato dalle immagini di Marcello Fara e dal progetto grafico di Auro Lecci che le organizza in modo mirabile.
«Considero, questa, una grande operazione culturale – conclude il presidente Zollo – che, oltre a colmare una grave lacuna, permette una comprensione più complessa della storia della città, del terreno culturale nel quale affondano le nostre radici ancora capace di offrire spunti e orientare le nostre scelte per il futuro».