Ricami preziosi e poesie. Ecco le bag extralusso
QN - Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno , 21-07-2011, Lisa Ciardi
Le mani d’oro di Maria Salvatici
L’anima? Una poesia invisibile, avvolta in una fodera di seta. Sembra un aforisma, ma è uno dei tanti, preziosi, segreti delle borse di Maria Salvatici, più che una stilista, un’artista specializzata in gioielli da portare a tracolla o a braccio. Ciascuna delle sue creazioni, tutte firmate, numerate e già protagoniste di numerose mostre, contiene una poesia, nascosta e cucita all’interno della fodera, dove nessuno, neppure la proprietaria, può svelarla. Se le borse avessero un’anima, sarebbe fatta così. Una preziosità simbolica che va ad aggiungersi alla ricercatezza delle lavorazioni e dei materiali: fili d’oro e broche in argento, cerniere originali del Settecento, pietre preziose e paillette in metallo, cannette di vetro e ricercati ricami. Nulla è lasciato al caso. I modelli, creati nel laboratorio di Sesto Fiorentino (Firenze), nascono dallo studio di stampe e di
segni del Sette e Ottocento, oppure da antiche foto. Grazie anche alla collaborazione di artigiani, ricamatrici e aziende di tessuti, Maria Salvatici cerca di ricreare con esattezza colori e forme, materiali ed effetti cromatici.
Il percorso di Maria Salvatici parte negli anni Novanta, quando inizia a creare capi d’abbigliamento infantile del Settecento per preziose bambole. E’ subito un successo, che la porta a lavorare nel mercato di nicchia dei collezionisti. Poi, la decisione di compiere una crescita anche simbolica dai bimbi agli adulti, dagli abiti in miniatura alle borse. Ed è stato un nuovo exploit, consacrato da docenze, sfilate e mostre.
L’ultima è visibile (fino a settembre) al Museo della Paglia e dell’Intreccio di Signa (Firenze), affiancata da una pubblicazione, “Borse e Sogni, l’arte di Maria Salvatici” a cura di Massimiliano Guasti, Roberto Lunardi e Maria Emirena Tozzi Bellini (Polistampa). Il trait d&rsquo
;union con il mondo dell’intreccio è la base in midollino di una particolarissima borsetta a lanterna, “Profumi d’antico”, ispirata a una stampa del Settecento e realizzata in pizzo di cotone écru lavorato all’uncinetto e ricamato. In mostra, ci sono poi alcuni dei capolavori della Salvatici, a partire da “Farfalla”, una borsetta in cotone verde lavorata all’uncinetto e decorata con un ramo fiorito di pesco ispirato ai Surimono del XVIII secolo, a micro punti, con i fiori impreziositi da fili d’oro e pistilli fatti uno a uno. E ancora il modello “Giovanni” (dedicato a Papa Giovanni Paolo II) con un ricamo in filati di seta colorati a mano, per rendere 35 diverse sfumature.
Ma quanto può costare una borsa del genere? In media fra i 5 e i 10mila euro, con qualche esemplare più economico. «Non si paga il brand, ma le materie prime e il lavoro, come una volta» dice Maria Salvatici.