“Lugemalé”: non c’è luce a Mogadiscio
AISE, 24-01-2006, ––
Servizi del Giorno
24/01/2006 ore 19.34
Cultura

FIRENZE\ aise\ - Secondo classificato al Premio Viareggio - Opera prima 2005, sarà presentato giovedì, 2 febbraio, a Firenze, a Palazzo Vecchio, il romanzo di Mario Domenichelli "Lugemalé". Coordinati da Mario Graziano Parri, ne parleranno Franco Contorbia, Pino Fasano e Giulio Ferroni. Sarà presente l’autore e interverranno Eugenio Giani, assessore alle Relazioni Internazionali e Mario Sica, ultimo ambasciatore italiano a Mogadiscio. Ambientato nella Somalia del 1989, poco prima che la caduta di Siad Barre trascinasse il Paese nel caos del tribalismo e alla mercé dei signori della guerra, "Lugemalé" (Polistampa-I Coloniali, pag.272, euro 14) è la storia densa e avvincente di Tomas, un bizzarro ed elusivo professore che nell’ambito della Cooperazione italiana insegna nell’Università di Mogadiscio, e con lui di una generazione e di un mondo cru
delmente ingannati. La voce narrante è quella di Valerio, l’amico a cui Tomas, prima di morire in Somalia, fa pervenire il suo romanzo. Ma tutti i personaggi del libro soffrono di un lutto, il lutto per un luogo, la Somalia, ingoiato dalla storia. Così "Lugemalé" è anche la storia della lettura dello stesso romanzo che si compone di modelli letterari, citazioni, brandelli di vissuto come schegge di vetro tagliente che tornano dalla zona di penombra tra memoria e oblio, componendo ritratti, vicende, facendo risuonare voci, accenti, canzoni. Fioriscono sogni e incubi, illusioni, speranze, atroci disinganni, e amori, sullo sfondo della miseria feroce, della violenza, della sopraffazione, della corruzione. Figure che tornano sul filo della malinconia come una musica del tempo, la melodia dolce e amara, affilata come il rimorso, evocata dalla narrazione che essa stessa compone come panorama perduto e precipitato in un lutto senza remiss
ione. "Lugemalé" è anche la storia del disinganno di un’intera generazione e la contemplazione desolata dell’atroce violenza che globalmente minaccia il nostro presente e il nostro futuro. Mario Domenichelli insegna Letteratura inglese e Letterature comparate all’Università di Firenze. Ha scritto sul rinascimento inglese, su modernismo e premodernismo, su questioni di teoria e sulla storia culturale, come nel suo ultimo lavoro di ampio respiro, "Cavaliere e gentiluomo. Saggio sulla cultura aristocratica in Europa: 1513-1915". Ha tradotto e curato "Le memorie" di Martino Scriblero di Pope, Swift, Arbuthnot, Gay (1981), "Un cavaliere" (1994) e "Il primo e l’ultimo" (1995) di Galsworthy, "Un racconto tra due città" di Dickens (2000) e "Il duello" di Conrad (2004). Solo sei mesi fa ha esordito come romanziere, inaugurando la nuovissima collana di narrativa italiana e straniera "I Coloniali" di Pagliai Polistampa. (aise)