Antognoni’s Day, il capitano scalda il cuore di Firenze
La Nazione, 05-03-2011, Angelo Giorgetti
In seimila abbracciano Antognoni. Fischi ai dirigenti di oggi, Prandelli festeggiato
Palasport tappezzato di gente – la Fiorentina rifletta – perché i tifosi cercano identità, complicità, vogliono uscire dall’indifferenza stanca e piatta: un’onda di seimila persone si è ritrovata intorno a Giancarlo Antognoni, 429 partite e 72 gol, il Capitano dei capitani, la bandiera della bandiere, un fuoriclasse eccezionale rimasto anche persona normale, e per questo amatissima al contrario di chi vive il calcio come strumento di separazione.
Poca simpatia intorno alla Fiorentina attuale, e non solo per la mancanza di risultati: evidentemente chi gestisce i rapporti con la città ha sottovalutato aspetti fondamentali, per incapacità o scelta a tavolino non ha toccato le corde giuste, forse ignorandole. Glielo hanno ricordato i fischi di ieri, quando nonostante la raccomandazione di Antognoni – imbarazzato e non certo responsabile – i tifosi hanno ululato il loro malcontento quando una parte della dirigenza attuale è salita sul palco. Applauditissimo invece Cesare Prandelli, &la
quo;uno di noi», come hanno cantato i seimila del Palasport.
Cosa deve fare la Fiorentina per ritrovare calore intorno a sé? “Semplicemente stare più vicina ai tifosi”, parola di Antonio, che un po’ di Firenze se ne intende. I vecchi tempi erano più artigianali, ma schietti. È stata un’adunata trasversale con rappresentanza di tutte le età per ringraziare un campione vero, così diverso dai divetti di oggi, blindati dalle società che si illudono di sopravvivere con i soldi di Sky ignorando i rapporti con chi porta la passione, quella vera, negli stadi. Un circolo vizioso, ma soprattutto un clamoroso errore di valutazione in prospettiva che un giorno – forse – i contabilini di oggi capiranno.
Il segnale di compattezza viola fa sembrare ancora più bianchi i vuoti del Franchi, quando gioca una Fiorentina che non riesce a esprimere passione, appartenenza. Fiorentine più povere sono evidentemente rimaste nei ricordi o hanno alimentato la passione di generazioni arrivate dopo. «L’unico 10», come hanno cantato i tifosi. Antonio &egrav
e; stato l’idolo di un altro calcio, ma a distanza di 22 anni dal ritiro è sempre un punto di riferimento per chi tifa Fiorentina.
L’Antognoni’s day è stato programmato tre mesi fa e si è casualmente inserito in un momento difficile per la società viola. Logico accostare alla Fiorentina di oggi il possibile rientro in società di Antognoni, che però non vorrebbe essere solo un ‘parafulmine’ per riportare entusiasmo, o placare il malcontento. Sull’argomento, Antonio è stato chiaro: “Sono in attesa, per fare un matrimonio bisogna essere in due, in questo caso anche in tre, io comunque ho dato la mia disponibilità”.
Sul palco a rappresentare la Fiorentina Mutu, Gilardino, Jovetic, Comotto e Montolivo, accompagnati da Corvino e Mencucci. Tutti impressionati per il calore antico e modernissimo che è sopravvissuto negli anni. Durante la serata è stato presentato il libro di Luca Calamai «10 modi per dirti ti amo», che segue di pochi anni quello “Antognoni, Firenze e il suo campione”, entrambi editi da Polistampa.